Se in vacanza rischi l'arresto per una foto: «Attenti alla corruzione, è reato»

All'estero anche un semplice scatto può costituire un reato. E se chi indossa la divisa ti chiede denaro per chiudere un occhio ti espone all'accusa di corruzione. L'esperto: «Fate attenzione»
LUGANO - Le vacanze dovrebbero essere un momento di evasione, di relax. Ciò non significa che si debba abbassare la guardia, specie quando si ha a che fare con sconosciuti. I malintenzionati sono ovunque e, in alcuni casi, possono persino indossare la divisa.
Le testimonianze - Un'esperienza simile l'ha vissuta di recente L*. durante la sua visita a Kampala, in Uganda. Stava scattando una foto «da lontano» alla "Central Bank of Uganda" quando è stato avvicinato da un poliziotto che gli ha chiesto spiegazioni in merito alla foto.
«Gli ho risposto che stavo fotografando i palazzi del centro», racconta il ticinese. L'agente non ha però voluto sentire ragioni: «Mi ha minacciato dicendo che rischiavo sei mesi di carcere e che l'avrei dovuto seguire in centrale». Un bluff evidentemente, visto che dopo alcuni metri a piedi gli ha chiesto del denaro per evitarsi l'interrogatorio in centrale. Lo scherzetto gli è costato 200 dollari americani. A quel punto è stato libero di andare.
Un episodio simile ci viene raccontato da D.* «Ero in Egitto e stavo visitando una tomba nella quale era espressamente vietato l'uso di dispositivi fotografici. Divieto che ho ignorato venendo immediatamente fermato da un militare di guardia che mi ha sottratto il telefono e mi ha detto che mi avrebbe subito fatto rimpatriare. Per una foto con il cellulare...». A tirarlo fuori dall’impasse, la guida turistica (del posto): «Mi ha invitato a dargli qualcosa per farlo stare buono. Me la sono cavata con una decina di dollari. Durante la mia permanenza mi sono accorto che con il denaro si aprivano porte impensabili da noi. Per un paio di dollari un militare mi ha fatto imbracciare un mitra e farmi delle foto... Assurdo».
«Situazioni rare» - Casi isolati o una prassi consolidata? «Pur non essendo comuni tra le esperienze riportate dai nostri clienti, queste situazioni evidenziano dinamiche reali che possono verificarsi in determinati contesti, soprattutto in Paesi dove il controllo sull’immagine pubblica e sulle istituzioni è particolarmente rigido», ci spiega Giancarlo Leonardi, Responsabile vendite Ticino per Kuoni Viaggi.
«Si tratta di situazioni rare - sottolinea -, che quasi mai ci vengono riferite direttamente in agenzia, forse perché chi vi si trova coinvolto preferisce, per comprensibili motivi, non divulgarle o perché sono evitabili con un comportamento attento e rispettoso delle regole locali».
Episodi come questi, quindi, offrono l’occasione per ribadire un principio essenziale del viaggiare: rispettare sempre le leggi del Paese ospitante e mantenere un atteggiamento prudente. «In particolare - precisa Leonardi -, ricordiamo che in molte nazioni è vietato o fortemente scoraggiato fotografare edifici pubblici, infrastrutture strategiche, personale militare o forze di polizia, anche se da lontano o senza intenzioni specifiche».
«Attenti, è corruzione» - Nel caso ci si trovi coinvolti in una situazione ambigua o spiacevole, sottolinea, «è fondamentale mantenere la calma, evitare conflitti e non cedere a richieste di denaro non ufficiali, che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione. Il comportamento più sicuro – soprattutto se si viaggia da soli – è quello di collaborare con rispetto, senza però rinunciare ai propri diritti: se necessario, è opportuno chiedere di contattare l’ambasciata o il consolato di riferimento».
La corruzione, infatti, costituisce un reato in molti Paesi: «Può comportare conseguenze legali serie, peggiori della situazione iniziale. Le “scorciatoie” illecite, anche se apparentemente risolutive, sono sempre da evitare», prosegue il responsabile di Kuoni.
*nomi noti alla redazione
Sulla base di quanto sopra Leonardi fornisce alcuni suggerimenti utili per evitare situazioni a rischio legate alla fotografia o riprese video durante un viaggio:
Rispettare la privacy delle persone
Evitare di fotografare persone senza il loro consenso, in particolare bambini o figure religiose. In molti Paesi è considerato un atto invasivo o addirittura illegale.
Prestare attenzione a luoghi sensibili
Non fotografare edifici governativi, aeroporti, ambasciate, caserme o altri siti sensibili. In alcune nazioni ciò può essere interpretato come attività sospetta.
Informarsi prima di partire
Ogni destinazione ha normative diverse su cosa è lecito fotografare. Consultare fonti ufficiali, guide aggiornate o l’ambasciata locale è sempre una buona prassi.
Evitare stereotipi o immagini compromettenti
Immagini che ritraggono miseria, disagio o scene potenzialmente controverse possono offendere la popolazione locale o generare reazioni imprevedibili.
Non ostentare attrezzature costose
In zone affollate o meno sicure, è consigliabile essere discreti con fotocamere professionali e smartphone di alto valore, per evitare furti o attenzioni indesiderate.
Infine, ribadisco che ogni viaggiatore è anche un ospite, e come tale dovrebbe cercare sempre un equilibrio tra curiosità personale e rispetto per le regole del Paese che lo accoglie.