Da 17 anni manca da casa: e va in giro così


La storia di Carlos. Un uomo che si sentiva "prigioniero" e che ha inseguito il suo sogno di libertà lasciando lavoro e routine.
La storia di Carlos. Un uomo che si sentiva "prigioniero" e che ha inseguito il suo sogno di libertà lasciando lavoro e routine.
RIAZZINO - A 37 anni ha deciso di lasciare Malaga, la città spagnola in cui viveva. Ha abbandonato il lavoro e la routine. «Per scelta», sostiene. Da allora, e sono passati ben 17 anni, quest'uomo ha girato ben 67 nazioni. Con la sua casa su due ruote. Lui si chiama Carlos e recentemente si trovava in Ticino. Più precisamente a Riazzino (Lavertezzo). «Sto aspettando che aprano il Passo del San Gottardo (accadrà oggi, venerdì). Lo voglio attraversare per poi andare a Zurigo e proseguire per Francia e Olanda».
«Ero appiattito» – A prima vista potrebbe sembrare un folle. Gira a piedi nudi. Indossa abiti consumati. Poi lo guardi attentamente: Carlos sembra davvero uno spirito libero. «Io mi sentivo in prigione nella mia vita precedente. Sono stato sposato. Vedevo sempre le stesse facce. Anche il mio lavoro in azienda non mi soddisfaceva più. Mi sentivo appiattito. Sono sempre stato un po' un avventuriero. Ma a un certo punto ho proprio deciso di dire basta. Sono partito con l'idea di non tornare più».

«Questa è la comodità» – Il suo mezzo di trasporto è bizzarro. Una bicicletta che traina una specie di capanna in cui è contenuta anche la sua camera da letto. «Qui dentro c'è tutto quello che mi serve. Anche il materasso. Ovviamente devo aprire il retro della casetta in legno per potere allungare le gambe. Le comodità non mi mancano. Anzi. Per me è questa la comodità. Nessuno mi dice cosa devo fare».
«Esiste solo il presente» – Fanno tenerezza le scritte sparse qua e là sui lati della "casa ambulante" di Carlos. Tutti messaggi di pace. Di amore verso il prossimo. «Io penso che la pace sia la cosa più bella che possa esistere. Sono una persona spirituale. Forse non credo in Dio. Ma credo in qualcosa di grande. Pratico metodi di connessione con la natura. Mi aiutano a radicarmi nel presente. Il passato non c'è più, è andato. E il futuro non esiste ancora. Conta solo il presente».

«Adoro la gente» – A Riazzino e dintorni le persone che hanno conosciuto Carlos lo definiscono come un uomo gentile, educato. E in effetti appare proprio così. «A me piace conoscere nuova gente. Portare gioia. Nel mondo accadono tante cose brutte. Cerco di fare del mio meglio nel mio piccolo. Osservo. È accaduto anche durante la pandemia da Covid. Io quel periodo l'ho vissuto in Argentina. Sono rimasto bloccato. Ma alla fine tutto è andato a posto. Tutto scorre».
Frutta e verdura – Ma come fa a vivere Carlos? Ci indica una cassetta a forma di cuore. «Ogni tanto qualcuno mi fa un'offerta. Perché apprezza il mio stile di libertà e vuole sostenermi. Io non chiedo mai niente. Non sono uno che fa l'elemosina. Sono minimalista. Anche nel cibo. Mangio quasi solo frutta e verdura. Niente carne, perché ho troppo rispetto per gli animali».

Cittadino del mondo – In tutti questi anni a Carlos non è mai venuto in mente di tornare a Malaga? «Una volta l'ho fatto – rivela –. Ma mi sono annoiato quasi subito. Dopo poche settimane sono ripartito. Mi sento un cittadino del mondo oggi. Ho girato il pianeta in lungo e in largo. Dalla Cina al Canada. Adesso mi attende la salita del Passo del Gottardo. Dicono sia ripida. Ma non mi spaventa. Ho fatto salite pazzesche dall'altra parte del mondo. E poi io sono paziente. Non ho fretta. Ce la farò anche col Gottardo, tranquilli».











