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CANTONE

Di giorno sono manager o fanno il vino, la sera cantano i Carmina Burana

Venerdì sera primo appuntamento con Io, tu e l'OSI. Quest'anno sono stati coinvolti i cori amatoriali della Svizzera italiana
Di giorno sono manager o fanno il vino, la sera cantano i Carmina Burana
TIO/20MIN/CAIRONI
Di giorno sono manager o fanno il vino, la sera cantano i Carmina Burana
Venerdì sera primo appuntamento con Io, tu e l'OSI. Quest'anno sono stati coinvolti i cori amatoriali della Svizzera italiana
LUGANO - Sono arrivati alla spicciolata all'Auditorio Stelio Molo della RSI, nel tardo pomeriggio di venerdì. Finita la giornata, passata nello studio o nelle attività lavorative - oppure in quelle di altro genere, dato che molti sono pensionati, s...

LUGANO - Sono arrivati alla spicciolata all'Auditorio Stelio Molo della RSI, nel tardo pomeriggio di venerdì. Finita la giornata, passata nello studio o nelle attività lavorative - oppure in quelle di altro genere, dato che molti sono pensionati, si sono diretti a Lugano per una di quelle occasioni più uniche che rare: cimentarsi nei Carmina Burana.

Il percorso verso Pentecoste - Per tutti i presenti l'obiettivo finale è fissato per domenica 8 giugno. Quella sera (20.30, al LAC) è in programma l'esecuzione della celeberrima cantata scenica di Carl Orff. Per arrivare all'appuntamento, fissato all'interno della stagione OSI a Pentecoste, ci sarà un rigoroso percorso d'avvicinamento che è partito in maniera soft: niente Orchestra della Svizzera italiana venerdì sera, solo il direttore d'orchestra Markus Poschner e un pianista accompagnatore.

Le storie - Spiega Siro, collaboratore di Pro Infirmis, fa parte del coro Goccia di voci: «C'è una tensione positiva, c'è emozione e la voglia di vedere cosa succede». Il primo ritrovo porta con sé «la curiosità di vedere come va quello che abbiamo studiato per conto nostro, e quella di ritrovarci tutti insieme». Dominano la curiosità, l'emozione e la voglia di dimostrare che ciò che è stato studiato nelle scorse 4-6 settimane è stato assimilato al meglio.

Aggiunge Livia, marketing manager: «Questa è un'opportunità molto speciale: cantare insieme ad altri cori e soprattutto con un direttore come Markus Poschner». C'è stata l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con alcuni dei presenti. Molti, come già detto, sono pensionati. I più giovani studiano, mentre le professioni rappresentate sono eterogenee: ci sono assistenti di sala operatoria, tassisti, insegnanti, viticoltori, architetti. Tutti sono accomunati dalla comune passione per la musica.

I cori non professionisti coinvolti provengono da tutta la Svizzera italiana e l'età dei partecipanti varia notevolmente, dalla prima alla terza età. In maggioranza donne (alcune delle quali incinte), erano ben 17 i cori presenti, per 350 persone coinvolte in questa avventura. «Sono molto emozionata» ha dichiarato la direttrice artistica OSI, Barbara Widmer, porgendo il saluto dell'Orchestra e compiacendosi della grandissima partecipazione alla nuova iniziativa di Io, tu e l'OSI. Progetto nato due anni fa e che sta dando grandi soddisfazioni all'Orchestra.

Poschner prende per mano - L'arrivo in sala del Maestro Poschner è stato accolto da un applauso spontaneo. «Questo è incredibile. Sono molto felice. Grazie» sono state le prime parole che ha rivolto Poschner ai coristi. «Ma adesso dobbiamo lavorare. Andiamo!». Venerdì non si è entrato nel dettaglio dell'opera, è stata compiuta «una panoramica», come ha indicato il direttore.

«Vediamo come suona» ha detto Poschner. E la risposta è stata: bene, nonostante qualche comprensibile titubanza iniziale. Superato l'impatto iniziale e l'emozione, i coristi hanno preso confidenza con la partitura di Orff e si sono fatti trascinare. Merito soprattutto della capacità di Poschner di coinvolgere i coristi, con indicazioni precise e anche con battute e sorrisi, nel cammino attraverso le pagine della cantata. Anche il modo di pronunciare una parola, "Fortuna", fa indubbiamente tutta la differenza del mondo - se fatto nel modo giusto, indicato dal Maestro. «È meravigliosa l'intensità, la gioia. È ovvio che c'è molto da lavorare, ci sono alcuni piccoli problemi. Ma non è questo il punto. Penso che sia uno dei migliori progetti che ho seguito qui a Lugano».

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