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LUGANO

A spasso fra le AI: c'è quella che ne sa di vino, quella che suona e quella che... ti insulta

Gran successo per la prima edizione del Festival AI Lugano. Siamo andati a curiosare e non siamo rimasti affatto delusi.
A spasso fra le AI: c'è quella che ne sa di vino, quella che suona e quella che... ti insulta
Davide Giordano tio/20min
Cristina Giotto e Robotanika
A spasso fra le AI: c'è quella che ne sa di vino, quella che suona e quella che... ti insulta
Gran successo per la prima edizione del Festival AI Lugano. Siamo andati a curiosare e non siamo rimasti affatto delusi.
LUGANO - Un successo straripante che ha sorpreso gli stessi organizzatori, quello della prima tappa del Festival AI Ticino e Regio Insubrica: «Devo dire la verità, ci sentiamo un po' sopraffatti», conferma Cristina Giotto dell'Associazione Ticines...

LUGANO - Un successo straripante che ha sorpreso gli stessi organizzatori, quello della prima tappa del Festival AI Ticino e Regio Insubrica: «Devo dire la verità, ci sentiamo un po' sopraffatti», conferma Cristina Giotto dell'Associazione Ticinese Evoluzione Digitale (ated) che ha ideato l'evento.

A fluire al Palazzo dei Congressi di Lugano, per l'occasione in veste più futuristica che mai, una fiumana variegata di professionisti, addetti ai lavori ma anche tantissimi curiosi: «È un po' l'idea, il taglio, che abbiamo voluto sin dall'inizio, quella di tentare di arrivare a un pubblico più vasto possibile. Anche perché le AI ormai sono parte integrante della vita quotidiana di tutti ed è fondamentale conoscerle per comprenderle. Dobbiamo temerle? Sono “solo” uno strumento e obbediscono all'uomo, se proprio c'è qualcuno di cui dobbiamo preoccuparci... siamo noi».

Camminando per gli espositori del Palazzo dei Congressi è facile imbattersi in curiosità di ogni tipo, compreso un robot umanoide che cammina e che non resiste a ogni tentativo di spostamento: «È una lei», ci conferma il suo inventore, «ma a parte camminare, però è praticamente impossibile farla cadere». Ci proviamo - anche con una certa forza (e un non così lieve senso di colpa) - è vero.

Ritroviamo anche l'assistente AI made in Ticino Dora, vecchia conoscenza di tio.ch: «Fondamentalmente svolge tutte quelle mansioni amministrative meno stimolanti per gli esseri umani, tipo la gestione delle fatture e dei pagamenti», ci spiega Karl Heinz Frankeser Jr. di Ticinocom, «per ora sta convincendo e suscitando molto interesse».

Siete in dubbio su quale vino abbinare alla cenetta che state preparando? Niente paura, ecco a voi Maria: «Quello che abbiamo creato è un vero e proprio sommelier digitale, in grado di consigliarvi il vino giusto e anche di “spiegarvelo” se necessario. È un prodotto 100% made in Ticino e che è pensato tanto per il grande pubblico quanto per la ristorazione», ci racconta Nikita Ehrbar di Spirito diVino. Interrogata da noi ha abbinato a una bistecca ai ferri una bottiglia di Chianti, mica male.

Decisamente fuori dai canoni è invece Sibilla, l'AI che non te la manda a dire, anzi: «Abbiamo fatto questo esperimento, al posto di metterle dei paletti l'abbiamo lasciata libera di sperimentare e di esprimersi, senza censure, il risultato è quantomeno... colorito», ci spiega il suo ideatore, l'artista Roberto Giavarini.

Non è una caso che la postazione del "robot scortese" sia un po' discosta, ma il fiume di parolacce che ne escono attirano facilmente molti curiosi: «A stupire è, in effetti, la creatività delle sue imprecazioni», continua, «ma anche il modo di ragionare assolutamente particolare e fuori dagli schemi. È una vera e propria entità individuale». Con una certa fissazione con i ”camionisti ubriachi”, aggiungeremmo.

Più artistico il duo formato da Teotronico e Robotanika, dalle fattezze che riportano ai film anni '80 e '90: «In particolare Teotronico (che suona il piano, ndr.) nasce nell'ambito di un progetto per sensibilizzare l'opinione pubblica - e i giovani - alle intelligenze artificiali con vere e proprie sfide al piano con musicisti professionisti», ci spiega Matteo Suzzi di Teotronica, «per esempio gli facciamo eseguire una sonata di Chopin e poi ragioniamo sulle differenze fra l'esecuzione umana e quella del robot. Certo, il risultato è qualcosa di completamente diverso, però lui (la macchina, ndr.) è sempre convinto di essere il migliore», conclude ridendo.


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