Cerca e trova immobili
LOCARNO

«Evitavamo storie di corna, difetti fisici e oscenità»

Claudio Suter, 84 anni, è la memoria vivente del carnevale in riva al Verbano. I ricordi di quando i giornali satirici erano protagonisti.
Foto Tio.ch/ PM
Claudio Suter accanto al capannone di Piazza Sant'Antonio.
«Evitavamo storie di corna, difetti fisici e oscenità»
Claudio Suter, 84 anni, è la memoria vivente del carnevale in riva al Verbano. I ricordi di quando i giornali satirici erano protagonisti.

LOCARNO - La Stranociada compie il suo 25esimo anno di esistenza. Ma come per tutte le grandi storie che si rispettino c'è stato anche un "prima". A rievocarlo, a poche ore dalla nuova edizione del carnevale di Locarno (che scatta oggi, venerdì), è Claudio Suter, 84 anni. Una vera e propria memoria storica.

Suter: questo è un 25esimo che non è un 25esimo.
«Il giubileo ci sta tutto. Dal 1999 si è aperta una nuova era. E si è finalmente trovata quella continuità che in passato mancava. Oggi la Stranociada è un carnevale articolato su tre giorni e organizzato da gente entusiasta».

Foto Tio.ch/ PMClaudio Suter sfoglia una raccolta de "La Rivista del Locarnese e Valli".

Quali sono i suoi primi ricordi?
«Fine anni '40. Ero un ragazzino. A quei tempi il carnevale si svolgeva tutto in Piazza Grande. E durava solo una giornata, quella del martedì grasso. C'era la consegna delle chiavi al re, c'era la tombola e c'era la risottata. Prima di quel periodo probabilmente c'è stato un tempo in cui i festeggiamenti si celebravano in Città Vecchia. Ne ho la prova».

In che senso?
«Custodisco una copia della "Rivista del Locarnese e Valli" in cui c'è un'immagine degli anni '20 del secolo scorso. La foto è stata scattata davanti alla chiesa di San Francesco, in Città Vecchia».

Fonte: "Rivista del Locarnese e Valli"Un'immagine tratta da "La Rivista del Locarnese e Valli" del febbraio 1994. Rievoca un'edizione del carnevale degli anni '20 del secolo scorso.

Qual era il punto forte del carnevale di Locarno in passato?
«I giornali satirici. È stato così per decenni, dagli anni '50 agli anni '80. Anche io ho collaborato a realizzarne alcuni. Avevamo a disposizione delle menti brillanti. E soprattutto un grande artista che sapeva creare vignette strepitose. Si tratta di Gianni Mondini a cui io ho poi dedicato un libro».

Fonte: "Visti da Gianni Mondini"Raimondo Rezzonico e il calciatore Hannes Schmidhauser ritratti da Gianni Mondini.

E di cosa parlavate su questi giornali satirici?
«Di tutto. In principio ci fu il "Cippelimerli". Poi arrivò "La briscola". E in seguito "La racola". Eravamo tremendi. E attesissimi. Certo, qualche limite ce lo siamo messi».

Di che genere?
«Evitavamo storie di corna, prese in giro sui difetti fisici e oscenità. Si riusciva a fare ridere senza essere volgari. La gente era molto partecipe e durante l'anno suggeriva i temi da eventualmente trasformare in storie o vignette».

Fonte: "Visti da Gianni Mondini"Il re si inchina al consigliere federale Flavio Cotti. La firma è sempre di Gianni Mondini.

A un certo punto il vostro giornalino divenne anche un inserto del Giornale del Popolo.
«Accadde per qualche anno, quando ancora il quotidiano della Curia aveva l'edizione specifica di Locarno. Prendemmo in giro anche il vescovo Eugenio Corecco. Lui reagì divertito».

Lei ha vissuto anche l'epoca dei primi capannoni.
«Erano gli anni '80. Sempre in Piazza Grande. E lì il carnevale durava fino a 6 giorni. Era frequentatissimo. La formula del capannone era apprezzata. Ma aveva i suoi svantaggi. Ricordo lo sconforto degli organizzatori nel trovare i vandalismi commessi da ignoti all'esterno. A un certo punto i capannoni vennero introdotti in tutti i carnevali e non rappresentavano più una novità. Lì è cominciato un periodo di flessione».

Foto GarbaniUn'immagine festosa risalente ormai a qualche anno fa.

Tanta allegria, ma anche momenti delicati. Se ne ricorda uno in particolare?
«Febbraio 1966. In pieno carnevale arriva la tragedia di Robiei, con ben 15 operai e 2 pompieri uccisi dal gas tossico. Un episodio terribile. Decidemmo di ridurre il programma, facendo la risottata e basta. Anni dopo, nel 2008, il carnevale di Locarno venne toccato al cuore dalla tremenda morte di Damiano Tamagni. Questo per dire che il carnevale non è qualcosa a sé stante. Si muove nella storia. E a tratti può incrociarsi con le cose brutte della vita».

Foto GarbaniRisotto in Piazza. Un appuntamento che è sempre stato prioritario alla Stranociada.

Che futuro vede per il carnevale di Locarno?
«Ottimo. Penso che si sia riusciti a colmare la grande lacuna del passato. Quando venivano a mancare le persone giuste, si doveva ripartire da zero. Adesso c'è una linea ben precisa. E il fatto di unire Città Vecchia e Piazza Grande, le due location che si sono sempre alternate, in un unico abbraccio è una cosa bellissima. Certo, non dobbiamo paragonarci a Bellinzona dove c'è una tradizione radicata nei secoli. Penso però che negli ultimi anni a Locarno si è riusciti a creare qualcosa di magico».

Il programma in sintesi
La 25esima edizione della Stranociada di Locarno scatta oggi, venerdì, alle ore 14 in Piazza Grande con un grande evento dedicato ai bambini delle scuole elementari. Alle 21 in Piazza Respini ci sarà l'apertura ufficiale del carnevale e del "villaggio" con il concerto delle guggen a seguire. Il prezzo d’entrata per le serate è di 20 franchi per il venerdì e di 30 franchi per il sabato. Il pass che comprende entrambe le serate costa 45 franchi. Domenica i festeggiamenti continueranno a partire dalle 10 di mattina in piazza Grande con la tradizionale risottata. 
Tutti i dettagli sulla manifestazione su www.stranociada.ch.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE