In questi due giorni sotto esame tutti i dipartimenti. Accolto il rapporto di maggioranza, ma non è ancora il "sì" definitivo
BELLINZONA - Non sono bastati due giorni (e una sessione notturna, finita alle 22.30) di dibattito parlamentare per liquidare il preventivo 2025. Nella tarda serata di martedì è stato infatti accolto il rapporto di maggioranza della Commissione della gestione con 45 voti favorevoli provenienti dall'alleanza PLR, Centro e Lega, contrari 32. Ma non si tratta ancora del "sì" definitivo. La resa dei conti è attesa infatti per mercoledì, giorno in cui si capirà se l’intesa reggerà l’urto delle decine di emendamenti.
DSS - Nell’analisi dei singoli dipartimenti, è toccato al DSS. Beppe Savary (PS) ha fatto notare come il settore della socialità sia ormai «regolato solo dal mercato». Per Andrea Giudici (UDC) il dipartimento «dovrebbe avere maggiori rigore nella gestione dei richiedenti». I Verdi, attraverso gli interventi di Giulia Petralli e Marco Noi, hanno messo in luce le difficili condizioni dei lavoratori in ambito sanitario e hanno chiesto lumi sul nuovo ospedale alla Saleggina.
De Rosa: «Spesa sanitaria molto elevata» - Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha sottolineato come, dietro alle statistiche, ci siano sempre «le persone». La spesa sanitaria nel nostro cantone è molto elevata per l’alta densità di operatori e i grandi "consumi"». Per quanto riguarda i richiedenti l’asilo, De Rosa ha precisato che, al recente incontro con il capo del DFGP Beat Jans e col ministro italiano dell’Interno Matteo Piantedosi, ha ribadito «la situazione insoddisfacente di Chiasso».
I tagli alla pedagogia speciale - Nella discussione sul DECS, sono stati centrali i tagli alla pedagogia speciale e alla soppressione del sussidio cantonale per i docenti comunali di educazione fisica e musicale: entrambe le misure sono state oggetto di critiche e di raccolta di firme. Per Aron Piezzi (PLR) «si parla di pedagogia speciale in termini emotivi, demagogici e non pertinenti». Contraria invece al taglio, «come molti del mio gruppo», Maruska Ortelli (Lega). Per Maddalena Ermotti Lepori (il Centro), «si tratta di un’emergenza educativa di cui non se ne rende conto». Pino Sergi (MPS) dice invece: «I tagli non toccano solo la pedagogia speciale, ma anche altri settori, fondamentali per la scuola». A riguardo la direttrice del DECS, Marina Carobbio Guscetti, in riferimento alla proposta di maggioranza e il relativo taglio di 2 milioni, ha commentato: «Se attuato avrà ripercussioni gravi sulla scuola ticinese. Significa mettere a rischio la qualità dell'insegnamento e tagliare posti di lavoro». .
«Scheda R6? Un bel tegolone» - Non sono mancate le critiche al Dipartimento al territorio (DT). Diversi parlamentari tra cui Omar Terraneo (PLR), Gianluca Padlina (Centro), Marco Noi (Verdi) hanno chiesto chiarimenti riguardo alla «scheda R6» del piano direttore cantonale. «Un bel tegolone» per il direttore del DT Claudio Zali, «arrivato in seguito alla legge federale sulla pianificazione del territorio, votata nel 2014, che rimbalza sui Comuni». Zali ha poi puntualizzato che il dipartimento solleciterà i Municipi che ancora non si sono pronunciati dopo aver chiesto la proroga. Una questione che verrà chiarita nel corso dell’anno prossimo. Tuto Rossi (UDC) ha poi evocato una sentenza del TAF di Losanna in merito alla ditta Birolini di Muzzano (la ditta Birolini avrebbe realizzato illegalmente, su un terreno di proprietà del Cantone, una piazza per la lavorazione di materiale inerte, ndr) e parla di «una situazione di illegalità» perpetrata nel tempo. Una questione su cui Zali ha preferito tagliare corto: «La polizia edilizia è un compito comunale, non del Cantone. Facciano quello che devono fare».
Ridotto potere d'acquisto - A sera ormai tarda, l’ultimo dipartimento a essere posto sotto esame è stato quello delle finanze e dell’economia (DFE). Diversi i punti toccati dalla necessità di «una riflessione urgente riguardo alla gestione di dipendenti cantonali e processi operativi», avanzata da Simona Genini (PLR); passando per «le problematiche legate a mercato del lavoro e minore potere d’acquisto» palesate da Claudio Isabella (Il Centro). C’è poi Yanick De Maria (PS) che chiede una tassa per i più abbienti. Tiziano Galeazzi (UDC) nota invece un gettito fiscale delle persone giuridiche stagnante e ne chiede spiegazione, a fronte di una evidente crescita economica. Una situazione dovuta alle caratteristiche del tessuto economico ticinese «costituito al 90% da piccole e medie imprese di 10 o meno dipendenti», risponde il consigliere di Stato Christian Vitta. Il direttore del DFE non nega poi la realtà dei fatti. «L’impennata dei costi di cassa malati ha messo sotto pressione il potere d’acquisto. E ora popolazione e aziende si aspettano dei segnali di fiducia che vanno ritrovati a livello politico», malgrado la situazione non sia rosea in tutta Europa.
Un'ottantina di emendamenti - Il deficit supera di poco i 90 milioni di franchi. I rapporti sul tavolo erano tre (come nel 2024): due di minoranza e uno di maggioranza. Sono, invece, un’ottantina gli emendamenti previsti, alcuni dei quali sembrano assestare delle chiare picconate all'intesa che era stata trovata in commissione della Gestione. Uno dei più discussi porta la firma di Forini (PS) e Dadò (Centro): si chiede proprio di stralciare il taglio alla pedagogia speciale. Domani, il verdetto finale.