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Bambini che chiedono aiuto: «Dove non arrivano le istituzioni arriviamo noi»

Pronti ad ascoltare ogni problema, a consigliare e a trovare la soluzione giusta, i volontari di Telefono Sos Infanzia.
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Bambini che chiedono aiuto: «Dove non arrivano le istituzioni arriviamo noi»
Pronti ad ascoltare ogni problema, a consigliare e a trovare la soluzione giusta, i volontari di Telefono Sos Infanzia.
CHIASSO - «Tutto quello che facciamo, lo facciamo con il cuore». Lo dice con lo sguardo fiero e commosso Tina Mantovani, mentre parla delle chiamate che arrivano a Telefono Sos Infanzia, associazione presente sul territorio dal 1988 e att...

CHIASSO - «Tutto quello che facciamo, lo facciamo con il cuore». Lo dice con lo sguardo fiero e commosso Tina Mantovani, mentre parla delle chiamate che arrivano a Telefono Sos Infanzia, associazione presente sul territorio dal 1988 e attiva nella prevenzione del maltrattamento minorile, coordinata da Paolo Frangi. Lei, a quel telefono, risponde da ben 35 anni e, ancora, dai suoi racconti, traspare la grinta e la determinazione di chi ha assunto questo ruolo come una vera e propria missione. Accanto a lei Lidia Canonico, fondatrice dell’associazione La Sorgente, fondamentale per poter accompagnare le persone che chiedono aiuto nei centri specialistici o negli ospedali.

I casi sono dei più disparati. «Si rivolgono a noi perché siamo persone come loro e si sentono libere di raccontare il problema che li spinge a chiedere aiuto», spiega Tina. A volte una telefonata non basta per comprendere la reale situazione vissuta: «Devo dare tempo a chi chiama di capire che dall’altra parte c’è una persona vera, disposta ad ascoltarla e che, anche se volontaria, è preparata». Dopodiché «a seconda del caso, indirizziamo alle autorità competenti come magistratura, antidroga, polizia, servizi sociali».

In media 50 casi all'anno - L’anno scorso fino a loro sono arrivati 50 casi, «35 di questi erano complessi e hanno richiesto un intervento in cui si è resa necessaria la nostra presenza; poi sono stati passati alle autorità di competenza. Otto casi sono stati seguiti dalla Sorgente, per tre è stata necessaria l’ospedalizzazione».

Le motivazioni che spingono a comporre lo 091 682 33 33 sono le più diverse. «Droga, maltrattamenti psicologici, problemi familiari» a volte anche stupri di gruppo, in cui i protagonisti non si rendono conto della gravità dei fatti a causa dell’assunzione di stupefacenti. Altre, ancora, arrivano quando «il lupo ce l’hanno in casa». Sono poi in aumento le chiamate da parte dei genitori preoccupati per i loro figli che sempre più spesso si affidano ai social per incontrare persone conosciute via chat. «Le richieste arrivano per la maggior parte dal Ticino, ma poi anche da fuori: dai Grigioni o anche dalla vicina Italia» e riguardano adolescenti in una fascia d’età che va dagli 8 ai 18 anni.

Società fluida e comunicazione assente - Dall’alto della sua esperienza, Lidia Canonico che vive quotidianamente il malessere dei giovani adolescenti sostiene che oggigiorno sia venuta a mancare la comunicazione all’interno delle famiglie. Forse appare scontato «ma, per esempio, quando si va al supermercato si può osservare la mamma mentre fa la spesa e il figlio al cellulare. O peggio ancora lo sono tutte e due. È chiaro che, allora, un adolescente non trova il coraggio per confidarsi». Ma qual è allora il segreto per conquistare la loro fiducia: «Li prendo un po’ per la gola. Ad esempio anziché dargli in mano dei soldi per comprarsi da mangiare, glielo cucino o compro io. Loro dopo mi raccontano tutte le loro preoccupazioni e disavventure. Mi chiamano anche di notte e io vado, di loro non ho paura, so che non mi fanno del male».

Insieme, invitano chi ha bisogno e in difficoltà a farsi avanti, e invitano a prendere consapevolezza del proprio problema e a chiamare senza paura di chiedere aiuto. Tina, Lidia e gli altri volontari, tra cui psicologi e altri specialisti, sono pronti ad ascoltare, nell’anonimato più assoluto.

Premio Mari - Il prossimo 2 dicembre sarà assegnato per l’ottava volta il premio Mari, nato in ricordo del fondatore e coordinatore dell’associazione Federico Mari. Il Premio viene conferito a tutte le associazioni che portano avanti progetti legati ai minori, attive in Ticino e non (anche all’estero). I progetti possono essere presentati da associazioni di volontariato ed esenti da tasse. Devono essere spediti entro il 9 novembre alla casella postale dell’associazione (Telefono Sos Infanzia, cp 11 54 - 6830 Chiasso). La cerimonia di premiazione si terrà a Chiasso nella sala del Consiglio comunale alle 10.15.

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