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CAMORINO

Dentro il bunker dell'«orrore»

Il collettivo R-esistiamo pubblica un video che mostra lo stato degli spazi in cui risiedono i Nem.
Dentro il bunker dell'«orrore»
R-esistiamo
Dentro il bunker dell'«orrore»
Il collettivo R-esistiamo pubblica un video che mostra lo stato degli spazi in cui risiedono i Nem.
Nonostante la chiusura ormai prossima della struttura sotterranea, gli attivisti tornano a puntare il dito contro le autorità: «Un alloggio decente, la sanità, la possibilità di movimento... A loro sono stati negati».
CAMORINO - Che non fosse un hotel a cinque stelle era cosa nota. Lo stesso Governo, rispondendo a un'interrogazione dell'Mps di ormai quasi due anni fa, ammetteva che il bunker sotterraneo di Camorino era una collocazione «dignitosa seppur rist...

CAMORINO - Che non fosse un hotel a cinque stelle era cosa nota. Lo stesso Governo, rispondendo a un'interrogazione dell'Mps di ormai quasi due anni fa, ammetteva che il bunker sotterraneo di Camorino era una collocazione «dignitosa seppur ristretta».

Ora, dopo il presidio di dieci giorni fa e l'annuncio della chiusura della struttura sotterranea (i richiedenti l’asilo che devono lasciare la Svizzera verranno a breve alloggiati al Colorado Café di Bodio), il collettivo R-esistiamo torna alla carica con un video che mostra lo stato «desolante e fatiscente» del tanto criticato bunker dell'«orrore».

«Pessima qualità dell’aria, 2 docce e 2 WC umidi, pieni di muffa e malfunzionanti, spazi piccoli e nessun armadietto dove riporre le proprie cose; letti traballanti e mal messi», questo il quadro dipinto dal Collettivo.

R-esistiamo torna a ribadire i concetti già espressi in più occasioni, specie con l'arrivo e l'accoglienza dei rifugiati ucraini: «Oggi più che mai risulta evidente che esiste una chiara possibilità di ospitare persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni. Che l’accesso a un alloggio decente, a un permesso di soggiorno, alla sanità, alla scolarizzazione, al mondo lavorativo e alla possibilità di movimento è possibile. Tutte questioni che alla popolazione segregata nel bunker di Camorino o in altre strutture coercitive dislocate sul territorio, sono state brutalmente negate».

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