L'UDC cerca togliere al DECS potere di "sperimentazione" sui livelli

I democentristi presentano un'iniziativa parlamentare in reazione al progetto allestito per la Scuola media
BELLINZONA - Una modifica dell’articolo 13 della Legge scolastica per «restringere il campo di manovra autonoma del DECS e ampliare quello dell’intervento e di controllo politico nelle modifiche che riguardano la scuola dell’obbligo». La richiesta è contenuta nell’iniziativa parlamentare elaborata presentata oggi dall’UDC, e accompagnata da una presa di posizione e una interpellanza.
Dopo l’intenzione manifestata dal DECS di voler procedere con il progetto di sperimentazione per l’abolizione dei livelli A e B nelle scuole medie, arriva la reazione dei democentristi per i quali si tratta del tentativo di «far rientrare dalla finestra ciò che il popolo ha buttato fuori dalla porta» con la bocciatura, nel settembre 2018, della “Scuola che verrà”. «Ora - si legge nella presa di posizione firmata dal capogruppo Sergio Morisoli e dal presidente Piero Marchesi - espressamente si chiedono soldi al Gran Consiglio nell’ambito del Preventivo 2022. In aggiunta a ciò, si viene ad apprendere che con o senza questi soldi il DECS ha già organizzato e lancerà la sperimentazione per abolire i livelli, comunque».
Da qui la presentazione di una interpellanza per chiedere spiegazioni, ma soprattutto, ed è il segnale di uno scontro che sale di livello, la messa a punto dell’iniziativa parlamentare che mira a togliere potere al DECS al capitolo “Innovazione e sperimentazione” definito nella Legge scolastica: “Ogni proposta che riguarda la scuola dell’obbligo - recita uno dei nuovi capoversi proposti con la modifica - deve essere approvata dal Consiglio di Stato”. Un’iniziativa, commenta l’UCD, presentata perché «riteniamo che sia tempo ed ora che la politica (Governo, Parlamento e Commisione scolastica) tornino ad essere i registi della riforma scolastica e che il potere del DECS di fare e disfare, e di non rispettare la volontà popolare sia finalmente arginato». La scuola dell’obbligo, sottolinea in conclusione l'UDC, «è pubblica, cioè di tutti e non solo del DECS e di chi lo dirige».




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