Epatite C al Civico, si torna (di nuovo) in aula

L'EOC ha ricorso alla Corte di appello e revisione penale. La mancata ricusa del giudice Quadri non viene accettata
LUGANO - Sei anni e mezzo, tre processi, una condanna, la richiesta (rifiutata) di ricusa di un giudice. Ma, soprattutto, un quarto processo in arrivo. La vicenda legata al contagio da epatite C ai danni di quattro pazienti verificatosi nel dicembre del 2013 all’ospedale Civico di Lugano torna in aula, presso la Corte di appello.
Ad anticiparlo è la Regione, secondo cui l’Ente ospedaliero cantonale (EOC) ha presentato l’ennesimo ricorso. A inizio anno, infatti, il Tribunale federale aveva stabilito che il giudice Siro Quadri non può essere ricusato, accogliendo il ricorso presentato dal procuratore pubblico Moreno Capella contro la decisione della Corte dei reclami penali del Tribunale d’appello (Carp).
La richiesta di ricusa era stata inoltrata dall’Eoc in quanto Quadri «non avrebbe mantenuto» la sua imparzialità «e avrebbe dato l’impressione di avere già un’opinione precisa sulla colpevolezza dell’EOC», ritenuto colpevole di lesioni colpose gravi - l’epatite C è una malattia dal decorso perlopiù cronico (Ufficio federale sanità) -, e condannato a pagare una multa di 60’000 franchi.
Ma l’EOC non ci sta e ha nuovamente ricorso davanti alla Corte di appello e revisione penale. Il processo potrebbe svolgersi in autunno.




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