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La Verzasca come in tangenziale

Il turismo interno congestiona le valli. I residenti: «Ostaggio dei turisti, basta». C'è chi pensa di dosare gli ingressi
La Verzasca come in tangenziale
foto lettore
La coda sopra Gordola
La Verzasca come in tangenziale
Il turismo interno congestiona le valli. I residenti: «Ostaggio dei turisti, basta». C'è chi pensa di dosare gli ingressi
Il sindaco di Brione, Bacciarini: «Siamo tornati alle Maldive di Milano. Ma i benefici economici sono tutti da dimostrare»
BRIONE VERZASCA - Come in tangenziale. La valle Verzasca è stata ribattezzata "le Maldive di Milano", e con il capoluogo lombardo ha in comune, ormai, anche i problemi di traffico. Oggi pomeriggio la coda di auto partiva dalla diga di James Bo...

BRIONE VERZASCA - Come in tangenziale. La valle Verzasca è stata ribattezzata "le Maldive di Milano", e con il capoluogo lombardo ha in comune, ormai, anche i problemi di traffico. Oggi pomeriggio la coda di auto partiva dalla diga di James Bond e arrivava fino a Gordola. 

«È una situazione insopportabile, non se ne può più» lamenta un residente, che ha inviato in redazione un video della colonna. Ferrari, auto della Polizia, bus carichi di turisti, auto svizzere, tedesche, italiane. «È la stessa storia tutti i weekend». Verso le 18.00 a complicare le cose c'è stato un piccolo tamponamento in galleria, in uno dei tornanti prima della diga. 

Il sindaco di Brione Verzasca, Fabrizio Bacciarini, non nega il problema. «La gente si lamenta e ha ragione» commenta. «Quest'anno in particolare, con l'aumento del turismo interno, abbiamo visto crescere molto gli afflussi. Ma la capacità della Valle resta limitata, a livello di infrastrutture. Parlo delle strade, dei parcheggi e anche degli alberghi. Siamo al completo». 

Littering, traffico, rumore: i disagi sono evidenti. Meno i vantaggi economici, e le possibili soluzioni. «Non possiamo certo chiudere gli argini del fiume come hanno fatto a Lugano» osserva Bacciarini. «E nemmeno possiamo costruire alberghi e parcheggi, perché lo spazio edificabile manca». La via d'uscita? «Forse porre dei limiti agli ingressi, insomma gestire i flussi». Intanto resta ancora da capire cosa e quanto - a parte il littering - i turisti lascino sul territorio. «Dei dati certi mancano, e di sicuro molti non scendono nemmeno dal bus» conclude Bacciarini. «Dovremmo riflettere su questo punto». 

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