A 81 anni, Candido Gambetta dà il buon esempio: «Non capisco gli "anziani" che si oppongono alle autorità»
Poi lancia un appello: «Vorrei che quelli della Catena della Solidarietà venissero da me, prendessero tutte le mie opere, e le vendessero. Per poi dare i soldi a chi ne ha bisogno in questo momento».
CADENAZZO - Ci sono "anziani", e "anziani". C’è chi si ribella alle direttive delle autorità sul nuovo coronavirus. E chi invece, nel suo piccolo, cerca di dare il buon esempio. Uno di questi è Candido Gambetta, 81 anni, mastro cestaio di Robasacco (Cadenazzo). «Io non capisco gli over 65 che stanno facendo di testa loro. Il Governo ci vuole proteggere. E io sto a casa volentieri. Anche ora che ci lasciano andare a fare la spesa al mattino. Preferisco tutelarmi e farmela portare».
Dai cestini ai portabottiglie – A casa sua, da ormai diversi anni, Gambetta si dedica all’attività di mastro cestaio. È uno degli ultimi nella Svizzera italiana a praticare questa attività. «Ho iniziato dopo la pensione – confessa –. Prima facevo altro. Realizzo cestini, portabottiglie, gerle. Un po’ di tutto, rigorosamente fatto a mano».
«Rendiamoci utili» – Gambetta riprende: «Ogni anziano che è ancora in grado di farlo, al posto di piangersi addosso perché le autorità prendono misure precauzionali, dovrebbe rendersi utile, magari proponendo qualcosa di bello per la società dal proprio domicilio. Lo ripeto: io resto qui. Senza tante storie. Mi faccio portare la spesa e quello di cui ho bisogno. E sono grato a chi mi aiuta. Niente polemiche».
Un uomo abituato al sacrificio – L’81enne di Robasacco è nato all’inizio della seconda guerra mondiale. Nella sua vita ne ha viste di tutti i colori. È stato anche vittima di un terribile tumore alla testa. Le cicatrici di quell’esperienza sono ancora ben presenti sul suo viso. «Sono una persona abituata a soffrire, il sacrificio non mi fa paura. E per questo in un momento tanto delicato, non posso fare altro che ringraziare chi si sta prendendo cura di noi».
L'importante appello – Poi lancia l’appello. Un messaggio commovente, pronunciato da un uomo umile e volenteroso: «Io non produco a scopo di lucro. Vorrei che quelli della Catena della Solidarietà passassero da me, a Robasacco, e mettessero in vendita le mie opere. In modo da devolvere tutto il ricavato alle persone che in questo momento hanno bisogno. A chi si trova confrontato con tutte le possibili difficoltà derivanti dal Covid-19. Io, in fondo, mi ritengo ancora una persona fortunata».