L’imprenditore Gianni Morici apre il nuovo Peter Pan. Ma le prospettive per la movida ticinese sono cupe: «I giovanissimi non escono più»
BELLINZONA – A dicembre lo si era visto in lacrime per la chiusura del suo “Pit”, locale storico con 28 anni di musica alle spalle. Qualche mese dopo, l’imprenditore Gianni Morici può tornare, almeno in parte, a sorridere. Il Peter Pan ha trovato una nuova casa. Sempre a Bellinzona. All’ex Ramarro. «Dobbiamo ancora metterci in regola col nome – ammette Morici –. Ma il più è fatto. Siamo partiti».
Il “Pit” era noto come un locale per la musica live. Siete riusciti a ricreare questa magica atmosfera?
«Ci abbiamo provato. E ci siamo resi conto che da una parte la gente ha sempre più voglia di musica dal vivo, dall’altra le band non hanno opportunità per esibirsi».
Ecco, parliamo delle band…
«Noi le incoraggiamo. Organizzeremo anche un concorso. La band vincitrice riceverà come premio la possibilità di realizzare un album. Il grosso problema è che le band non hanno più spazi per esercitarsi. Per questo sono in calo».
Si dice che il vostro sia un locale per over 25…
«L’età media è quella. Anche se non abbiamo preclusioni. Il fatto è che i giovanissimi non escono più. Non hanno più luoghi in cui divertirsi».
Perché?
«Forse sono stati troppo tartassati per via dell’alcol. Ecco, a me piacerebbe creare qualcosa anche per loro. Non è normale questa situazione. Non è così solo a Bellinzona, bensì in tutto il Ticino».
La possibilità di estendere gli orari di apertura dei bar ha aiutato un po’ tutti, no?
«No. Paradossalmente no. Succede che i bar ora possono stare aperti fino alle 2 e si mettono a fare anche attività da discoteca. Le discoteche, per non farsi rubare i clienti dai bar, aprono prima».
Insomma, non si capisce più niente.
«Ci si ruba i clienti a vicenda e basta. In passato, dapprima si andava al bar e poi si andava a ballare. Ora questo non esiste quasi più».
Questione decibel. Come viene vissuta?
«Il limite dei decibel imposto dalle autorità è praticamente impossibile da rispettare se si fa musica dal vivo. Queste regole ci stanno ammazzando e stanno mettendo in ginocchio la vita notturna. Molti gettano la spugna. È sempre più dura portare avanti un locale in Ticino».
Lo ha dichiarato anche il suo collega Dan Harroch a Lugano, parlando anche di disparità…
«Non credo nelle disparità. Tutti vengono controllati. Semplicemente ci sono leggi troppo rigide».
Harroch ha parlato anche di locali in cui si ricicla denaro…
«Sono voci che girano da tempo. Ma di prove non ce ne sono».
La movida ticinese ha un futuro roseo?
«Non mi pare proprio. Le autorità sono troppo severe. Tante persone hanno preso il “vizio” di stare a casa, di farsi una cena con gli amici e stop. Anche perché se poi escono, c’è il blocco di polizia e c’è gente che fa rissa».
È aumentata la violenza nei locali?
«Rispetto al passato adesso c’è in giro gente più frustrata che al venerdì e al sabato sera esce per attaccare briga. Un segno dei tempi. Capisco chi sceglie di non uscire, purtroppo».