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Il gruppo anti-radar con 17mila furbetti: «Ma rischiamo qualcosa?»

I ticinesi si riversano in massa nelle community di Whatsapp e Telegram per sfuggire ai controlli di polizia. Ne abbiamo visitata una
screenshot Telegram
Alcuni post recenti dal gruppo Ride Ticino
Il gruppo anti-radar con 17mila furbetti: «Ma rischiamo qualcosa?»
I ticinesi si riversano in massa nelle community di Whatsapp e Telegram per sfuggire ai controlli di polizia. Ne abbiamo visitata una
LUGANO - Sembra una partita a guardie e ladri. «Poliziotto nascosto subito dopo la Verbanella a Minusio, in cima alla salita». «Poliziotto con pistola in autostrada, dopo l'aeroporto di Lodrino». I messaggi si susseguono senza...

LUGANO - Sembra una partita a guardie e ladri. «Poliziotto nascosto subito dopo la Verbanella a Minusio, in cima alla salita». «Poliziotto con pistola in autostrada, dopo l'aeroporto di Lodrino». I messaggi si susseguono senza sosta, nella chat. La Polizia ticinese non fa tempo ad allestire un posto di blocco, che tac: la notizia viene condivisa da migliaia di automobilisti. Corre da un capo all'altro del cantone, su un'infinità di telefonini che – in teoria – nessuno dovrebbe utilizzare al volante.

17mila iscritti - «Radar t21 dopo la galleria Mappomorettina Locarno». «Controllo Serocca d’Agno, strada principale». Basta scaricare l'app di Telegram, e iscriversi al gruppo “Segnalazioni Ticino”, per entrare nell'affascinante mondo degli internauti anti-radar. Siamo il numero 17073. I furbetti sono tantissimi, ed è solo uno dei tanti gruppi illegali creati, cancellati e ricreati sui social dagli automobilisti ticinesi per scambiarsi informazioni e sfuggire ai controlli di polizia.

Tre gruppi bloccati - Almeno tre gruppi, molto attivi fino a poco tempo fa – Radar e controlli Ticino, @Controlli e radar Ticino, Controlli e radar Ticino – sono stati soppressi nel mese di dicembre. Gli utenti hanno traslocato in blocco, e hanno ricominciato altrove a postare senza sosta. 

Le "retate" della polizia - Il gioco è vecchio come il mondo, del resto. Nel 2018 a una "retata" online della Polizia grigionese seguì una pioggia di multe salate – fino a 1000 franchi – per un centinaio di membri di un gruppo social. Nel canton Berna di recente 200 persone sono state denunciate al Ministero pubblico per lo stesso motivo. Nel gruppo ticinese tra i tanti messaggi – una trentina al giorno – per fortuna c'è anche chi esita. «Ma rischiamo qualcosa?» si chiede un utente.

«Diverse denunce in Ticino» - La risposta è sì. In Ticino le autorità non ci vanno leggere. «La segnalazione di controlli sia tramite i social media sia con metodi tradizionali, da parte di privati, è illegale» spiegano dal Comando della cantonale. «Siamo al corrente di queste pratiche». Le denunce sono fioccate anche a sud delle Alpi nei confronti di un numero non precisato di gestori e membri delle chat "pirata". Gli accertamenti, sottolinea la Polizia, «richiedono tuttavia molteplici sforzi a fronte di complessità di natura giurisdizionale e tecnica». 

Da Facebook a Telegram - Sì, perché i furbetti si fanno sempre più furbi. Abbandonato Facebook – con il famigerato gruppo “Radar Ticino” bloccato nel 2016 – sono migrati in blocco prima su Whatsapp e, più di recente, su Telegram. L'applicazione russa garantisce l'anonimato agli autori dei post, e non a caso è sempre più apprezzata da gruppi criminali e terroristi islamici.

Non solo radar - I gruppi «sono un problema per la sicurezza del territorio in generale» sottolineano dalla Cantonale, che monitora attentamente il fenomeno. «In molti casi i posti di blocco segnalati non hanno nulla a che vedere con controlli di velocità. Rendendoli pubblici si va a minare, ad esempio, l'efficacia di un dispositivo messo in atto a seguito di una rapina». 

Informazioni delicate - Nel gioco insomma i "ladri" potrebbero anche esserlo in senso letterale. Da chi non paga il biglietto sui mezzi pubblici – e segnala «controllori sugli Autopostali in zona Lamone Vezia Savosa» – a chi l'ha fatta più grossa ancora. E zitto zitto approfitta delle informazioni per farla franca. Una compagnia di cui probabilmente, tra i 17073 iscritti al gruppo, pochi vorrebbero veramente far parte.

 

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