Da giovedì sono obbligatori per circolare in Italia con a bordo un bimbo di età inferiore ai quattro anni. Ma la norma vale anche per gli stranieri?
LUGANO - Da giovedì 7 novembre è scattata l'obbligatorietà, per i conducenti che trasportano in auto i loro figli di età inferiore ai quattro anni, di montare un seggiolino con dispositivo anti-abbandono.
Come funziona - In commercio ci sono svariati strumenti che permettono di evitare di dimenticare il proprio figlio in auto, circostanza che può portare a conseguenze tragiche. I dispositivi universali, ad esempio: una sorta di cuscinetto che si appoggia sul seggiolino e che rileva il peso del piccolo. Si attiva una volta che la vettura è ferma ed emette un richiamo sonoro. Altri modelli inviano notifiche allo smartphone, altri ancora invece si agganciano alla cintura che tiene in sicurezza il bambino. Poi ci sono i sistemi integrati, ovvero seggiolini che montano direttamente un sistema di notifica tramite bluetooth a una app, che può inviare messaggi in caso di emergenza.
I prezzi? Si trovano seggiolini completi intorno ai 150 euro, ma si può arrivare fino a 471 euro. I dispositivi, invece, costano qualche decina di euro a dipendenza del modello.
Entrata in vigore e multe - L'entrata in vigore del provvedimento ha sorpreso tutti coloro che erano convinti che ci fosse tempo fino a marzo per mettersi in regola. «Non è stato anticipato niente, abbiamo semplicemente seguito quello che diceva la legge» spiega la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti italiana Paola De Micheli. «La legge prevedeva 120 giorni dal decreto e comunque non oltre il primo di luglio» e la data del 7 novembre «era già nel decreto attuativo». Sono in vigore anche le sanzioni per i trasgressori, che possono andare da 81 a 326 euro. «Per dare più tempo per adeguarsi all'obbligo è necessario un altro intervento di legge» aggiunge De Micheli, «quindi stiamo studiando in quale decreto inserire l'emendamento che potrà essere del governo o della maggioranza, perché sia il Partito Democratico che altri partiti si sono detti disponibili a posticipare l'entrata in vigore delle sanzioni».
Incentivi e scarsità - Qui subentrano due criticità. La prima: l'incentivo di 30 euro promesso per l'acquisto dei costosi seggiolini a norma non è ancora partito. La seconda: i dispositivi stanno andando a ruba. «Siamo stati letteralmente presi d'assalto» ha spiegato a QuiComo Sabrina Falanga, responsabile del negozio Prenatal di Como. «Fin dalle 9.30, quando abbiamo aperto. Dopo poco più di un'ora avevamo venduto già cento dispositivi ed esaurito tutte le scorte». Chi non è riuscito ad acquistarlo dovrà attendere almeno una settimana, e anche con le spedizioni via web non si risparmia tempo. Anche perché l'Automobile Club Italia stima che siano 1,8 milioni i bambini interessati dal provvedimento, e i dispositivi in commercio solo 250mila.
E per i ticinesi? - A questo punto vi sarete chiesti: ma il nuovo obbligo vale anche per me? Se voglio andare a fare una passeggiata a Varese o Milano e ci ferma la polizia, che succede? La Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, sul quale il decreto è pubblicato, è piuttosto chiara: «Il conducente dei veicoli immatricolati in Italia, o immatricolati all'estero e condotti da
residenti in Italia, quando trasporta un bambino di età inferiore a quattro anni assicurato al sedile con il sistema di ritenuta di cui al comma 1, ha l'obbligo di utilizzare apposito dispositivo di
allarme volto a prevenire l'abbandono del bambino, rispondente alle specifiche tecnico-costruttive e funzionali stabilite con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti».
Per ulteriore sicurezza abbiamo chiesto conferma al TCS. «I dispositivi anti abbandono sui seggiolini per bambini andranno utilizzati solo su veicoli guidati da conducenti residenti in Italia. Questa distinzione è resa necessaria dalle norme europee e dal buonsenso. Infatti, gli Stati Ue possono imporre solo regole di comportamento e non equipaggiamenti obbligatori. Quindi, a livello di Nazione si può introdurre solo un obbligo di utilizzo; quest’ultimo, nella fattispecie dei dispositivi antiabbandono, scatta solo quando a bordo ci sono: un bambino di età fino a quattro anni, un seggiolino omologato e un conducente (cittadino italiano o straniero) che abbia la residenza in Italia». Ne consegue che «gli automobilisti stranieri o domiciliati all’estero, che transitano sul territorio italiano per soggiorni di vacanza o motivi d’affari o solo occasionalmente, non sono costretti a osservare questa regola».