Il caso di una ragazza sanzionata per delle infrazioni mai commesse ha spinto Matteo Quadranti a interrogare il Governo: «Il Cantone ha delle responsabilità, ma i ticinesi non vengono protetti»
BELLINZONA - È una vicenda assurda e che si trascina da anni quella capitata a una ragazza ticinese, la quale si è vista recapitare una serie di multe dalla Croazia, emesse però quando lei nemmeno si trovava nel Paese balcanico. Non solo, la giovane in quel periodo non era titolare del numero di targa riportato sulle multe e non aveva nemmeno la patente.
I fatti - Nel settembre 2015 un avvocato della città di Pula, in Croazia, invia una lettera raccomandata alla ragazza, dove si intimava il pagamento di 14 multe comminate nel periodo dal 03.02.2011 al 08.04.2013 per stazionamento abusivo su un posteggio pubblico a pagamento. La giovane ticinese in quel periodo era però ancora minorenne. Ha conseguito la patente e acquistato un proprio veicolo nel luglio 2014 e in quel mese ha ricevuto la targa dall’Ufficio di Circolazione, che corrisponde al numero indicato sulle multe.
La ragazza si è quindi rivolta all’Ufficio della Circolazione, il quale le ha consigliato di scrivere all’avvocato, specificando che al tempo in cui sono state fatte queste multe la targa era in possesso di un altro detentore di veicolo. E così ha fatto.
Passano quasi tre anni e nell'ottobre 2018 arriva alla giovane una nuova lettera dalla Croazia e questa volta dal Comune di Pula, senza alcuna traduzione. Si è pensato a uno sbaglio e non si è risposto alla stessa. Il padre dell'interessata a metà gennaio di quest’anno ha voluto comunque chiedere chiarimenti alla Polizia cantonale (16.01.2019) in merito. Gli è stato comunicato il nome e cognome e domicilio del precedente detentore della targa e gli si è consigliato di prendere contatto con l’Ufficio della Circolazione.
Il 21.01.2019 la ragazza riceve una nuova lettera dal Comune di Pula, sempre in croato, con un'ulteriore intimazione con un termine di ricorso di 8 giorni. Il giorno dopo, il padre della interessata si è recato a Camorino e da parte dell’Ufficio multe della Sezione della circolazione gli è stato detto di prendere contatto con la propria assicurazione di protezione giuridica. Da parte loro avrebbero inviato una dichiarazione da allegare alla risposta al Comune croato che la targa ai tempi delle multe date era effettivamente di un altro detentore di veicolo.
Il Cantone non può lavarsene le mani - La vicenda è stata resa nota dal deputato del PLR Matteo Quadranti, che ha deciso di presentare un'interrogazione per fare luce sulle responsabilità e sul ruolo dell’Amministrazione cantonale e per chiedere una maggior protezione dei cittadini: «Vi sono casi, come questo, in cui la responsabilità e il ruolo dell’Amministrazione cantonale è diretta e questa dovrebbe proteggere giuridicamente i propri cittadini».
Secondo Quadranti, il Cantone non può semplicemente scaricare certe incombenze su cittadini che si trovano in difficoltà per fatti di cui non hanno nessuna colpa. Considerato che la responsabilità e le proprietà di base delle targhe è del Cantone, il granconsigliere si chiede: «È veramente corretto che questa persona si debba sobbarcare lavoro, costi e penalità per dei fatti di cui era completamente estranea?». Non solo, visto che se la ragazza dovesse recarsi in Croazia potrebbe perfino essere arrestata.
Per il deputato momò sarebbe più corretto che in casi come questo sia l’Amministrazione cantonale ad assumersi direttamente il compito di prendere contatto con le istanze estere, «fornendo loro le informazioni corrette e complete così da evitare di gravare un proprio cittadino di compiti e costi e perfino del rischio di procedimenti giudiziari per fatti di cui non ha nessuna responsabilità».