Ai Mondiali di calcio giornalisti e opinionisti sono più che mai “su di giri”. È giusto lasciarsi prendere dalle emozioni o dovrebbero essere sopra le parti?
LUGANO - I Mondiali di calcio sono una vera e propria manna dal cielo per le emittenti televisive che riescono ad accaparrarsi i diritti per trasmetterli. Fra questi c’è anche la SSR (e di riflesso la RSI) che grazie alla manifestazione che si sta svolgendo in Russia sta registrando un notevole incremento del numero di telespettatori. A titolo d’esempio, in media, 1,613 milioni di persone hanno assistito al match fra Svizzera e Brasile (equivalente a una quota di mercato del 66,4%), con un picco di quasi due milioni. A questi vanno inoltre aggiunte le persone che hanno seguito l’incontro in streaming. Un record (il precedente primato “apparteneva” alla partita contro la Francia degli scorsi Europei) che è durato poco, perché per la sfida con la Serbia gli svizzeri davanti allo schermo erano in media 2,266 milioni (74,1% di share).
I benefici del trasmettere la Coppa del Mondo possono non essere solamente numerici (e di riflesso pubblicitari), ma anche d’immagine. L’abbraccio fra Armando Ceroni e Toni Esposito dopo il 2-1 di Shaqiri alla Serbia è infatti stato trasmesso da diverse emittenti estere, portando la pur sempre piccola Rsi in giro per il mondo.
C’è a chi questo modo di vivere il calcio (e lo sport in generale) - condito da una punta di patriottismo - piace, e chi invece lo trova fuori luogo e preferisce cambiare canale. Magari seguendo la Svizzera sui canali italiani.
Tu cosa ne pensi? Dicci la tua partecipando al sondaggio.