Gli uffici di collocamento soddisfano le aziende. Ma cosa ne pensano gli utenti? Un'associazione sta cercando di capirlo
RIVERA - Gli uffici di collocamento sono abituati alle critiche. Sui social, ma anche tramite i canali ufficiali, le lamentele si sprecano. E a volte ai disoccupati capitano avventure davvero curiose.
Dalla vendita al giardinaggio - Un impiegato di vendita del Luganese si è ritrovato a strappare erbacce a margine dei binari delle Ffs a Rivera, all'interno di un programma occupazionale, e ha subito protestato presso la propria collocatrice. «Ho scritto più volte all'ufficio, ma non è servito a niente» racconta. «In sette mesi di programma oltre a pulire i sedimi delle Ffs ho riparato bici, costruito mobili. Niente che c'entrasse con la mia formazione ed esperienza. Non è stato divertente».
L'indagine Seco - Non a tutti va così male, però. Secondo le statistiche ufficiali l'80 per cento dei disoccupati si dicono «globalmente soddisfatti» del lavoro dei collocatori. In un sondaggio pubblicato a dicembre dalla Seco, un quarto degli intervistati ha invece definito “inutili” i programmi occupazionali. In Ticino «le valutazioni dei disoccupati sono generalmente in linea con la buona media svizzera» spiega il direttore della Divisione economia Stefano Rizzi. «Quelle dei datori di lavoro sono anche migliori».
Pareri divergenti - Diversi i dati dell'associazione Ticino&Lavoro, fondata dal consigliere comunale luganese Giovanni Albertini (Ppd). In un sondaggio condotto tramite Facebook nel 2015, la maggioranza dei rispondenti (88 per cento) affermava che il servizio «non è stato utile» nella ricerca di un posto.
Un nuovo sondaggio - Nei giorni scorsi l'associazione ha lanciato un secondo sondaggio a cui «hanno risposto 600 persone» spiega Albertini: «I risultati sono in linea con il sondaggio precedente. Ma li stiamo ancora elaborando. Abbiamo fissato un incontro con la Sezione del lavoro per discuterne».
«Ora andrò in assistenza» - Episodi come quello di Rivera, va detto, non rientrano nella normalità. Dopo aver strappato le erbacce, e completato il programma occupazionale, ora «tra pochi giorni entrerò in assistenza» conclude il giovane disoccupato. «Ho fatto di tutto per evitarlo, ma non mi sorprende».
La risposta del Dfe - La Divisione economia, da noi interpellata, non entra nel caso specifico. Ma precisa che «gli obiettivi dei piani occupazionali sono il sostegno nella ricerca di un impiego, la promozione di competenze professionali in relazione ai bisogni del mercato del lavoro e il miglioramento dell’idoneità al collocamento degli assicurati, attraverso l'acquisizione di esperienze professionali, per permettere un loro rapido e durevole reinserimento». Ogni reclamo, precisa il direttore Rizzi, «rappresenta un'occasione di miglioramento» e «viene analizzato attraverso la raccolta di informazioni e adeguati approfondimenti - conclude il funzionario - . Una volta stabiliti i fatti e predisposti i necessari correttivi laddove necessario, viene sempre fornita una risposta a chi reclama».