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Bambina maltrattata, la madre affidataria ha un passato traumatico

È iniziato stamani il processo a porte chiuse nei confronti dei genitori affidatari a giudizio per maltrattamenti su una bambina. Al banco degli imputati anche tutore e assistente sociale
Ti Press
Bambina maltrattata, la madre affidataria ha un passato traumatico
È iniziato stamani il processo a porte chiuse nei confronti dei genitori affidatari a giudizio per maltrattamenti su una bambina. Al banco degli imputati anche tutore e assistente sociale
LUGANO - Da una parte ci sarebbe stato il desiderio di un gesto altruista, dall’altra l’aspetto economico. È quanto emerge nel processo a porte chiuse nei confronti dei genitori affidatari accusati di indicibili maltrattamenti avve...

LUGANO - Da una parte ci sarebbe stato il desiderio di un gesto altruista, dall’altra l’aspetto economico. È quanto emerge nel processo a porte chiuse nei confronti dei genitori affidatari accusati di indicibili maltrattamenti avvenuti tra il 2010 e il 2013 su una bambina che avevano in custodia. Da oggi i due siedono davanti a una Corte delle Assise criminali di Mendrisio, riunita a Lugano e presieduta dal giudice Mauro Ermani.

Motivi economici? - «Desideravo molto fare un gesto altruista» spiega in aula la madre affidataria per giustificare la volontà di prendere un o una minore in affidamento. Ma nella decisione avrebbe giocato un ruolo anche l’aspetto economico, come sottolinea la Corte: «Si trattava di un’entrata mensile di 2’250 franchi». Un’eventuale interruzione dell’affidamento avrebbe procurato dei problemi finanziari alla coppia.

«Colpa del mio passato» - Sul motivo dei maltrattamenti, la madre affidataria sostiene di avere nel frattempo compreso, attraverso la terapia, «di essermi comportata così a causa del mio passato». Per la donna la perizia psichiatrica parla in effetti di «forte conflittualità interna dovuta a situazioni traumatiche infantili» e propone una scemata imputabilità di grado lieve.

Nessun intervento - Al banco degli imputati siedono anche il tutore e l’assistente sociale che allora, come si evince dall’atto d’accusa firmato dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni, non sarebbero intervenuti per porre fine alla situazione. Nel loro ruolo - lo ricorda la Corte - avrebbero invece dovuto mettere al primo posto il benessere della bambina, sin dal principio. I due avrebbero infatti nutrito già nella primavera 2010 dei dubbi sulla capacità dei genitori affidatari di crescere la bambina in un ambiente sereno.

Le accuse - La coppia affidataria è accusata di coazione e lesioni semplici. Per tutti e quattro si parla invece di violazione del dovere di assistenza o educazione.

I difensori - Gli imputati sono difesi dagli avvocati Pietro Croce, Felice Dafond, Andrea Ferrari e Yasar Ravi.

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