La Posta: Babbo Natale potrebbe lasciare Chiasso
Rispondendo a Marco Romani, il Consiglio federale «non può escludere una delocalizzazione» della Centrale degli oggetti trovati
CHIASSO - «Alla Centrale degli oggetti trovati di Chiasso lavorano circa 12 persone», scriveva in un'interpellanza il consigliere comunale Marco Romano. «Alcune delle quali a tempo parziale e con dei gradi di invalidità». Queste persone si occupano dei pacchi non recapitati, degli oggetti smarriti nei locali del Gigante giallo. Oltre a ciò, sotto le feste, si occupano anche dell’Azione Gesù Bambino. Insomma, ricevono e rispondono alle lettere dei bambini che chiedono regali. È vero che la Posta sta pensando di trasferire la Centrale oggetti trovati nella Svizzera tedesca? Ha chiesto Romano.
«Non si può escludere» - Purtroppo la risposta non è incoraggiante: «Per il momento non si può escludere una delocalizzazioni». Ma, sottolinea il Governo, «la situazione degli impieghi in questa regione periferica e le riflessioni di politica regionale rappresentano fattori determinanti nella valutazione.
Obiettivi strategici - Il Consiglio federale, però, non nasconde che dalla Posta «ci si aspetta che in tutti i rami commerciali realizzi un reddito usuale per il settore e una crescita». Anche in questo caso: alla situazione penalizzante per il Ticino, sarebbe infatti più economico operare in una regione centrale della Svizzera, fa da contraltare il fatto che la strategia sia anche «votata a principi durevoli ed etici». In questo campo, secondo il Governo, La Posta non ha realizzato «una centralizzazione eccessiva dei posti di lavoro». Più di metà dei 36’000 collaboratori, infatti lavorano nelle regioni rurali e di montagna.



