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Arsenico nell'acqua, l'Azienda Acqua Potabile collabora con il Politecnico di Zurigo

Arsenico nell'acqua, l'Azienda Acqua Potabile collabora con il Politecnico di Zurigo
MONTECENERI - L'Azienda Acqua Potabile di Monteceneri e il Politecnico di Zurigo uniscono le forze per trovare un sistema che permette di risolvere il problema della presenza di arsenico nell'acqua delle sorgenti di Camignolo.  A decorrere...

MONTECENERI - L'Azienda Acqua Potabile di Monteceneri e il Politecnico di Zurigo uniscono le forze per trovare un sistema che permette di risolvere il problema della presenza di arsenico nell'acqua delle sorgenti di Camignolo. 

A decorrere dal 2018, infatti, i limiti massimi di tenore di arsenico nell’acqua potabile saranno ridotti anche in Svizzera dagli attuali 50 microgrammi/litro a 10 microgrammi/litro. L’arsenico presente nell’acqua a Camignolo è del tutto naturale, ed è causato dal contatto tra le rocce e le acque sotterranee che poi sono captate alle sorgenti.

Per ovviare a questo problema, il dipartimento per la Chimica e la Bioingenieria del Politecnico di Zurigo ha brevettato un sistema di filtraggio dell’acqua già utilizzato per ottenere acqua potabile utilizzabile nei paesi in via di sviluppo. Spiega Adrian Kaiser, ETH Zurigo: «Il nostro dipartimento ha brevettato un sistema che permette di ottenere acqua potabile da fonti inquinate. Ora ci stiamo focalizzando sulla possibilità di eliminare anche i metalli pesanti. La forte concentrazione di uno di essi, l’arsenico, presso le sorgenti di Camignolo ci permette di realizzare uno studio pilota nella realtà e non solo in laboratorio».

Il sistema testato a Camignolo lavora con le nanotecnologie che permettono di filtrare non solo la sporcizia bensì anche i batteri ed i virus con un risultato superiore al 99%. Il periodo di studio è iniziato a fine novembre 2015 e si protrarrà all'incirca per ancora 2 mesi. Seguiranno l'elaborazione dei dati e la pubblicazione dei risultati.

Matteo Della Pietra, capodicastero Azienda Acqua Potabile di Monteceneri, è soddisfatto: «Siamo stati immediatamente entusiasti della possibilità di collaborare con l’ETH di Zurigo per realizzare lo studio pilota. Attualmente sul mercato esistono già dei sistemi di filtraggio che però risultano essere molto costosi sia per l’installazione che per le spese di esercizio. Speriamo che il Politecnico di Zurigo riesca a confermare l’efficacia della nuova tecnologia che, con un po’ di sano orgoglio, sia stata sviluppata anche grazie alla nostra collaborazione».

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