Cerca e trova immobili
La decisione mira a salvaguardare il patrimonio sonoro svizzero
LUGANO - A partire dallo scorso primo gennaio la Fonoteca nazionale svizzera di Lugano, con la sua collezione di circa 5 milioni di registrazioni, è diventata parte integrante della Biblioteca nazionale svizzera e dell'Ufficio federale della cultura.
Questa decisione mira a salvaguardare durevolmente il patrimonio sonoro della Svizzera, riferisce un comunicato odierno. La Fonoteca nazionale svizzera (FN) conserva, cataloga e rende accessibile al pubblico tutta la sua raccolta attraverso 54 postazioni di lavoro.
Circa un terzo delle registrazioni proviene dalla Cooperativa svizzera degli autori ed editori di musica (SUISA), che fa capo alla FN per l'archiviazione dei propri supporti. Altri punti forti di questa collezione sono i prodotti dell'industria discografica e della ricerca scientifica, nonché le emissioni radiofoniche risalenti agli anni dal 1932 al 1953. Dal 2008 la FN comprende anche le registrazioni sonore della collezione della Biblioteca nazionale (BN).
I compiti legali che adempie in riferimento ai documenti sonori sono gli stessi di quelli che incombono sui documenti cartacei e digitali. Sovvenzionata fino ad ora dalla Confederazione attraverso la BN, la FN fu fondata come società nel 1984, venendo trasformata poi nel 1987 in fondazione di diritto privato. Con il suo accorpamento all'Amministrazione federale, stabilito il 28 novembre 2014 dal Consiglio federale con l'adozione del messaggio sulla cultura 2016–2020, la fondazione sarà sciolta.
Oltre ai sussidi federali, pari a 1,6 milioni di franchi, la FN ha ottenuto finora contributi d'esercizio dal Cantone Ticino (290'000 franchi) e dalla Città di Lugano (170'000 franchi). Cantone e Città continueranno a sovvenzionare nella stessa misura la fonoteca.
L'integrazione della FN significa inoltre per la Biblioteca nazionale avere ora una sede anche nella Svizzera italiana, sottolinea la nota.
