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INTERVISTA

Hiv: “La cosa più pericolosa non è il sesso con chi sa di essere sieropositivo”

Per Vittorio Degli Antoni, di Zona Protetta, da noi chi sa di essere infetto più spesso tutela sé e gli altri, ma chi non lo sa…
Hiv: “La cosa più pericolosa non è il sesso con chi sa di essere sieropositivo”
Per Vittorio Degli Antoni, di Zona Protetta, da noi chi sa di essere infetto più spesso tutela sé e gli altri, ma chi non lo sa…
LUGANO - Le persone sieropositive che seguite in Ticino, in generale, sono coscienti del rischio di contagio e si comportano in modo responsabile con i loro partner?"Nel 99% dei casi le persone sieropositive che seguiamo sono preoccupate di non diven...

LUGANO - Le persone sieropositive che seguite in Ticino, in generale, sono coscienti del rischio di contagio e si comportano in modo responsabile con i loro partner?
"Nel 99% dei casi le persone sieropositive che seguiamo sono preoccupate di non diventare una fonte di contagio. Sono le prime a proporre la protezione benché non sia sempre facile per loro imporla, sia nel sesso occasionale sia in relazioni durature".

Ci sarà, tuttavia, chi non se ne preoccupa.
"Le persone che sanno di essere sieropositive e non seguono una terapia non rappresentano il rischio maggiore oggi come oggi. La stragrande maggioranza di coloro a cui è stato diagnosticato il virus, infatti, si cura in maniera piuttosto efficace, quindi non è contagiosa o comunque usa la protezione. Per un giovane o una giovane il rischio più grande, in realtà, è quello di incontrare una persona che non sa di essere sieropositiva o addirittura è stata appena infettata: nei primi mesi dopo la trasmissione del virus, infatti, è molto più contagiosa".

Nella vostra attività di consulenza spingete le persone a dire al/alla partner che sono sieropositive?
"No perché più che spingerle a informare il partner noi insistiamo sulla prevenzione e la protezione reciproca. Chi è sieropositivo, del resto, non è tenuto a comunicare la propria condizione se segue efficacemente la terapia o usa la protezione. Il peso della prevenzione, poi, non deve gravare solo su chi è infetto. Le campagne d’informazione sono rivolte a tutti proprio perché a ciascuno di noi può capitare di avere relazioni con persone sieropositive. Chiaramente, però, rendiamo attente queste ultime al fatto che sono responsabili del contagio e sono perseguibili penalmente se sapevano di avere una viremia superiore al minimo".

Quali sono gli estremi perché una persona sieropositiva sia perseguita penalmente per un contagio?
"In passato in Svizzera diverse persone sono state condannate al carcere per avere avuto rapporti non protetti che hanno portato o meno a un contagio. La giurisprudenza è però cambiata dopo che la Federazione dei medici svizzeri – in una pubblicazione pionieristica e che ha fatto molto discutere all’estero – ha affermato che una persona sieropositiva che si cura in maniera efficace da almeno sei mesi e che non ha altre malattie sessualmente trasmissibili è praticamente non contagiosa. Siamo una delle nazioni al mondo, insomma, che ha condannato di più, ma anche una delle prime che ha cambiato atteggiamento".

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