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CRESCIANOIl macello cantonale getta la spugna

28.06.12 - 21:54
Decisi la sospensione dell'attività e il deposito dei bilanci
Tipress (archivio)
Il macello cantonale getta la spugna
Decisi la sospensione dell'attività e il deposito dei bilanci

CRESCIANO - La MATI Macello Ticino SA getta la spugna. E lo fa non senza esprimere tutto il suo rammarico. Il Cda e gli azionisti della società anonima di Cresciano hanno deciso la sospensione dell'attività e il deposito dei bilanci.

La decisione è avvenuta durante l'ultima assemblea.

Ha avuto vita breve l'attività di quello che da due anni era il macello pubblico, con tanto di permesso di esercizio di valenza Svizzera ed europea.

A condannare la MATI SA sono stati i costi d'investimento per la realizzazione della struttura, che si sono rivelati superiori ai preventivi. Sono due i motivi che hanno portato a questa situazione: il primo riguarda l'impennata dei prezzi delle materie prime al momento della costruzione e il secondo concerne il numero maggiore di richieste avanzate dai vari uffici competenti in sede di realizzazione dell'opera.

A mancare è stato anche l'apporto finanziario dei vari enti coinvolti, come per esempio associazioni di settore e comuni, che si è rivelato inferiore alle promesse formalizzate in sede di realizzazione.

Viste queste condizioni "la Mati SA si vede quindi oggi costretta al deposito dei bilanci entro il 30 giugno e alla conseguente cessazione dell’attività.

Per sopperire alle necessità dell’utenza, sono in corso trattative per garantire una gestione transitoria, riguardo alla quale seguiranno ulteriori comunicazioni appena possibile".

Se il macello verrà definitivamente chiuso la MATI osserva che a pagare "sarà tutto il settore agricolo e la filiera della carne, nonché i consumatori e i cittadini del nostro cantone".

Infine i ringraziamenti della MATI SA a tutti coloro che hanno reso possibile la costruzione del macello di Cresciano: "grazie a loro, oggi il Cantone Ticino dispone di una struttura idonea e in regola con tutte le norme vigenti, per sostenere l’economia agricola e la filiera della carne della nostra regione. Se potrà continuare ad operare, verrà deciso dagli organi preposti".

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