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PARADISO

Caso Daniele Marcis: "Non sappiamo nulla, lasciateci in pace"

La sorella e il fratello dell'investigatore scomparso lanciano l'appello ai media: "Chiediamo rispetto"
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Caso Daniele Marcis: "Non sappiamo nulla, lasciateci in pace"
La sorella e il fratello dell'investigatore scomparso lanciano l'appello ai media: "Chiediamo rispetto"
PARADISO – “Basta, abbiamo già sofferto abbastanza, smettetela di bombardarci”. Non ne possono più la sorella e il fratello di Daniele Marcis, l’investigatore ticinese scomparso da Paradiso nel novembre d...

PARADISO – “Basta, abbiamo già sofferto abbastanza, smettetela di bombardarci”. Non ne possono più la sorella e il fratello di Daniele Marcis, l’investigatore ticinese scomparso da Paradiso nel novembre del 2007. Lunedì scorso Ticinonline aveva dato la notizia, confermata dalla polizia, che Marcis ‘è vivo e si è rifatto una vita all’estero’. Da quel momento i telefoni dei famigliari del detective si sono fatti roventi. “I media ci stanno tartassando. Soprattutto dall’Italia. Ma noi non sappiamo davvero nulla, se sapessimo qualcosa lo diremmo, davvero, lasciateci in pace”.

La scomparsa di Marcis era stata a lungo associata al giallo di Emo Piccioni, testimone di Geova sparito nel Novarese, su cui il ticinese stava indagando. La stessa famiglia di Piccioni sembra ora intenzionata a fare riaprire il caso. In realtà Marcis nei mesi precedenti la scomparsa stava lavorando su diverse altre inchieste forse anche più scottanti della questione Piccioni. Alcuni amici lo ricordano come insofferente e rabbuiato, insolitamente irrequieto nelle ultime settimane. L’allora 44enne, ex capo del servizio antidroga delle guardie di confine ticinesi e grande appassionato di scacchi, era partito per l’estero solo con il minimo indispensabile, aveva lasciato il suo appartamento perfettamente in ordine e aveva lasciato la sua auto all’aeroporto di Agno.

C’è un dettaglio inquietante in tutta questa vicenda. I fratelli sono all’oscuro su tutto, ma qualcun altro probabilmente è a conoscenza di parecchie cose. Un aspetto che dovrebbe fare riflettere un po’ tutti, anche gli operatori dei media: la situazione è molto particolare. Ancora i fratelli del detective: “Vi preghiamo di capire la nostra situazione, quello che stiamo vivendo. Nostro fratello era legatissimo al Ticino, a noi e alla sua vita. Se ha deciso di andarsene così c’è sicuramente un motivo molto serio. Chiediamo rispetto a tutti quanti dunque”.   

(RED)


 

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