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LUGANOTecnopellet. "Che i ticinesi sappiano! Milioni pubblici gettati al vento"

20.07.11 - 12:29
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Tecnopellet. "Che i ticinesi sappiano! Milioni pubblici gettati al vento"

LUGANO - No, non c’entra nulla il franco forte. Per la Centro Ricerche Sviluppo Impianti SA ( CRSI SA) se la Tecnopellet Sa è fallita, la colpa è di una cattiva gestione per la quale sarebbero stati buttati milioni di franchi pubblici.

L’azienda di Giornico produttrice di pellets acquistata interamente ma in fasi diverse dalle Aziende Industriali di Lugano(AIL), ad inizio luglio è fallita. Tra le cause individuate dalle stesse AIL, la già difficile situazione del settore e le recenti fasi del franco forte e il fallimento di due fornitori della stessa azienda ticinese. Con il fallimento sono state licenziate 11 persone.

Eppure c’è chi non la pensa proprio così. Con una lettera inviata in redazione, il Direttore della CRSI Sa di Cadempino, Claudio Bianchi Janetti, fornisce un’altra lettura. “ Il fallimento della Tecnopellet, della quale noi siamo stati fornitori di una grande parte dell’impianto e siamo ancora creditori, è iniziato almeno tre anni fa con una gestione catastrofica dell’azienda sia dal punto di vista dell’acquisizione della materia prima che della vendita del prodotto. Inoltre i costi fissi erano totalmente insopportabili per una società di quelle dimensioni”.

Il direttore usa parole chiare senza mezzi termini e attacca indirettamente la proprietà, ovvero le AIL.
 
“Vi scriviamo questo perché riteniamo che i ticinesi siano messi al corrente di come sono stati gettati al vento svariati milioni di franchi di soldi pubblici. La nostra società sarebbe stata anche in grado di modificare sostanzialmente la situazione ma all’interno della proprietà non vi è mai stato alcun interesse perché questo avvenisse. Non addossiamo pertanto all’attuale situazione del franco un fallimento che è iniziato praticamente pochi mesi dopo l’avviamento dell’impianto.”

Bianchi Janetti va oltre spiegando che il pellet va bene sul mercato tanto che a tutt’oggi mancano su quello italiano svariate migliaia di tonnellate. Per cui “una gestione oculata di Tecnopellet, che fra l’altro possiede uno degli impianti più avanzati d’Europa, avrebbe potuto coprirne una fetta interessante”.

Abbiamo contattato AIL per una risposta all’opinione della CRSI , ma il responsabile – ci dicono dalla segreteria - è in vacanza mentre il Presidente Prati è a lavoro. Attendiamo una risposta dall’Ufficio Stampa. 

Red

Foto Keystone

 

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