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BELLINZONAPresidio di poliziotti per il processo ai tre presunti ecoterroristi

19.07.11 - 07:34
Si apre questa mattina al Tribunale penale federale di Bellinzona il processo nei confronti dei tre presunti ecoterroristi che volevano compiere un attentato contro il centro di ricerca europea dell'IBM. Tra loro anche un ticinese. Centinaia di poliziotti presenti attorno al Tribunale
FVR/Franjo
Presidio di poliziotti per il processo ai tre presunti ecoterroristi
Si apre questa mattina al Tribunale penale federale di Bellinzona il processo nei confronti dei tre presunti ecoterroristi che volevano compiere un attentato contro il centro di ricerca europea dell'IBM. Tra loro anche un ticinese. Centinaia di poliziotti presenti attorno al Tribunale

BELLINZONA – Dovrebbero essere un centinaio gli agenti di polizia che da questa mattina presiederanno l’area  del Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona. Da oggi infatti prende il via  il processo contro i tre presunti ecoterroristi arrestati nell'aprile 2010 mentre si accingevano a compiere un attentato contro il centro di ricerca europea dell'IBM a Rüschlikon, nei pressi di Zurigo. Tra gli imputati un ticinese e due italiani per i quali la sentenza è prevista per venerdì.

Il presidio dei poliziotti è giustificato dai timori per eventuali manifestazioni che potrebbero svolgersi davanti il Tribunale di gruppi di sostegno ai tre. Non sarebbe la prima volta che i movimenti di opposizione manifestano a favore dei tre arrestati. Nel settembre 2010 scritte inneggianti a Bernasconi, Ragusa, Guerini e a Marco Camenisch erano apparse sui muraglioni del cantiere di Alptransit a Vezia. Dopo che l'avanzamento dei lavori aveva reso illeggibili le scritte, queste sono ricomparse negli ultimi giorni.

Qualche giorno fa i molinari del CSOA hanno fatto sapere di non condividere i "meccanismi della repressione statale", organizzando una serie di eventi per informare la popolazione. L’ultimo si svolgerà proprio oggi dalle ore 17.00 alle 22.00. Previsti concerti dall'Espace Noir di Saint Imier (Jura) in solidarietà con i “compagni” in galera.

I presunti terroristi erano stati fermati il 15 aprile 2010 durante un controllo stradale nelle vicinanze del passo dell'Albis (ZH). Nell'automobile e addosso alla passeggera erano stati sequestrati 450 grammi di esplosivo e altri oggetti che secondo gli inquirenti dovevano servire ad un attentato. Durante l'inchiesta è stato appurato che i tre fermati sono entrati in Svizzera separatamente il 14 e il 15 aprile 2010. L'esplosivo sarebbe stato introdotto illegalmente dal valico di Brissago. Con un'automobile a noleggio i tre si sono poi recati verso la regione di Zurigo. Sono stati fermati a circa tre chilometri dall'obiettivo dell'attentato menzionato nella lettera di rivendicazione. Da allora i tre si trovano in carcere preventivo.

Dopo l'arresto dei tre vi sono stati altri due attentati con pacchi bomba all'ambasciata di Svizzera a Roma, in dicembre, e agli uffici di Swissnuclear di Olten (SO), in marzo. Nelle rivendicazioni sono stati ricordati i tre sospetti "ecoterroristi", aveva annunciato il Ministero pubblico della Confederazione, senza precisare però se era inclusa anche una richiesta di liberazione. Nell'esplosione del 23 dicembre scorso nella capitale italiana è rimasto ferito un collaboratore della rappresentanza diplomatica elvetica e nell'attacco del 31 marzo sono state ferite altre due persone.
I tre sotto processo dovranno rispondere di atti preparatori punibili di incendio intenzionale, occultamento e trasporto di materie esplosive e commercio non autorizzato (importazione) di esplosivi.

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