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LUGANO

"Mio figlio 'imprigionato' all'istituto Elvetico per un anno intero"

La guerra di un padre luganese contro il direttore della scuola Don Stefano Vanoli: "Mia moglie ha iscritto il ragazzo contro il mio volere"
Ti-Press Francesca Agosta
"Mio figlio 'imprigionato' all'istituto Elvetico per un anno intero"
La guerra di un padre luganese contro il direttore della scuola Don Stefano Vanoli: "Mia moglie ha iscritto il ragazzo contro il mio volere"
LUGANO – Da quasi un anno Don Stefano Vanoli, direttore dell’istituto Elvetico di Lugano, ha una ‘spina’ nel fianco. Il padre di uno dei suoi allievi gli ha dichiarato guerra. Il motivo? La moglie, da cui è separato,...

LUGANO – Da quasi un anno Don Stefano Vanoli, direttore dell’istituto Elvetico di Lugano, ha una ‘spina’ nel fianco. Il padre di uno dei suoi allievi gli ha dichiarato guerra. Il motivo? La moglie, da cui è separato, ha iscritto il ragazzo alla scuola privata contro il volere dello stesso marito. Ora che la scuola è finita, l'uomo ha reso pubblica la vicenda tramite il movimento Papageno e i giornali, scagliandosi direttamente contro Don Vanoli, ‘reo’ di non avere minimamente considerato la sua opinione.

Lettera di fuoco - L’uomo è separato dalla moglie, che vive con i due figli. L’autorità parentale è congiunta. La lettera inoltrata ai media dal padre è tosta: “Giugno 2010: mio figlio vuole proseguire gli studi di liceo malgrado le insufficienze e la scarsa applicazione. In agosto boccia gli esami d’ammissione al liceo cantonale. La madre lo iscrive all’Istituto Elvetico, contro la mia volontà. Mi rivolgo al direttore il 10 luglio 2010 e chiedo di annullare l’iscrizione. Invano. La madre torna dalle vacanze il 7 settembre e nostro figlio inizia a frequentare, comunque, la scuola privata di via Canonica a Lugano. La retta: 1.000 franchi al mese…” L’uomo fa presente a Don Vanoli che la madre non gode dell’autorità parentale esclusiva. Inizia un infinito scambio di documenti e si passa alle vie legali. Per l’uomo, il giovane non ha la giusta attitudine allo studio e la retta dell’istituto è fuori dalla sua portata finanziaria.

Via dalla scuola - Mesi e mesi di fuoco incrociato. Il pretore arriva a dire che il ragazzo deve essere tolto dalla scuola. L’avvocato dell’Elvetico a questo punto invita i genitori a prendere una decisione congiuntamente sul futuro formativo del ragazzo. Solo così il ragazzo potrà essere disiscritto. Il padre è furioso. “Adesso, per la disiscrizione, la decisione deve esser presa in comune dai genitori. Mentre per la sola iscrizione bastava la firma della madre. Una vera presa per i fondelli. Un paradosso”. E poi rincara la dose:  “Per l’Istituto Elvetico l’opinione e il diritto dei padri non hanno rilevanza. Si bada unicamente agli interessi finanziari a scapito delle famiglie e dei minorenni”.

La  replica - Don Stefano Vanoli da noi interpellato, dopo attenta analisi, ha deciso di non esprimersi sulla questione. A tutela anche di un giovane, lo studente in questione, la cui privacy è stata messa in piazza in maniera poco giustificabile.

RED

Foto Ti-Press Francesca Agosta

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