Esibizionisti e Voyeurismo tra le sponde ticinesi

Sesso all'aperto. Continuano le segnalazioni dei lettori. La sessuologa: "Il periodo favorisce l'aumento del desiderio sessuale. Esibirsi e guardare non è necessariamente sbagliato se non è lesivo per gli altri"
Sesso all'aperto. Continuano le segnalazioni dei lettori. La sessuologa: "Il periodo favorisce l'aumento del desiderio sessuale. Esibirsi e guardare non è necessariamente sbagliato se non è lesivo per gli altri"
LUGANO - Arriva dall'obiettivo indiscreto della macchina fotografica di un lettore: una coppia presso Ponte Brolla impegnata durante l'atto sessuale e un uomo a poca distanza con un telefonino in mano che riprende il gesto. Nudismo, esibizionismo, voyeurismo. Sono questi dei fenomeni che ciclicamente, con l'arrivo della bella stagione, trovano da una parte aderenti ed estimatori, dall'altra invece chi storce il naso e segnala le "infrazioni" alla polizia.
Le zone preferite sono quelle al riparo dalla maggior parte degli occhi indiscreti - presso Ponte Brolla, la Melezza, su qualche foce - e che pure non tengono lontani, e in alcuni casi non lo vogliono nemmeno, chi invece è interessato a guardare, e pure a filmare o fotografare. Visitando infatti queste zone non è difficile trovare da una parte chi si mostra completamente nudo, anche impegnato in atti sessuali, dall'altro chi è lì per guardare traendone piacere, magari imbracciando una macchina fotografica o una telecamera.
Per gli esperti il caldo contribuisce come stimolante sessuale. Ne è convinta la Dr.ssa Kathya Bonatti. Abita a Lugano ed è consulente in Sessuologia, Life Coach, P.D. Sessuologia Forense.
"Il periodo estivo favorisce l'aumento del desiderio sessuale come anche il desiderio di avere più rapporti. Questo si è visto anche dal punto di vista criminologico, dove in agosto si verifica il picco di crimini sessuali. Al di là della devianza, è proprio il caldo ad aumentare il desiderio".
Ma cosa spinge a queste pratiche sessuali all'aperto?
"Non c'è necessariamente un motivo unico perchè al di là delle perversioni il desiderio di vivere apertamente la sessualità al di là dei condizionamenti e dei tabù è un qualcosa insito nelle persone che si liberano da certi vincoli, condizionamenti, che appartiene ad esempio alle culture più disinibite. Bisogna quindi distinguere due casi: quelli che vogliono vivere liberamente la propria sessualità, perchè si sentono più a contatto con la natura, perché si sentono bene col proprio corpo, che vogliono esprimere la propria energia sessuale. Poi esistono anche le perversioni, tra cui la necessità di essere guardati. In questo caso, dal punto di vista psicologico ci possono essere delle problematiche legate all'aver assistito da piccoli per esempio a pratiche sessuali fra genitori, oppure di non essere stati guardati e quindi la necessità di essere riconusciuti e osservati attraverso l'espressione di sé. Lo strumento internet sta un po' legittimando questo fenomeno".
E chi guarda?
"Come c'è chi è infastidito, e queste sono quelle persone che segnalano questo tipo di pratiche, c'è chi guarda, cioè chi invece di vivere direttamente la propria sessualità la vive per procura e così prova un'eccitazione. Chi ha la necessità di osservare sempre qualcun'altro per raggiungere l'apice del piacere può rientrare nell'ambito delle parafilie, delle perversioni. Chi ha la necessità di essere guardato lo fa per essere riconosciuto, mentre la persona che vive il piacere in maniera indiretta, per procura, è una persona che alla base ha delle insicurezze, che può aver vissuto dei traumi e che quindi non se la sente di essere attore dell'atto sessuale".
Si può parlare di fenomeno diffuso?
"È questo un fenomeno legato ad una bisogno che non è proprio soltanto del mondo delle perversioni. Vietarlo dalla legge non può arginare quella che è una necessità e un desiderio che possono essere anche naturali".
Un'alternativa?
"L'alternativa potrebbe essere quella di destinare un'area per poter fare queste cose senza dover aver paura della polizia e poter così agire liberamente nei limiti della legge".
Davide Milo





Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!