Schneider: "Mi dispiace di non avere scritto una lettera di scuse"

L'avvocato difensore: "Schneider è colpevole di omicidio intenzionale ma solo per dolo eventuale commesso in stato di media scemata intenzionalità"
MENDRISIO - "Il mio primo pensiero oggi non è Sébastian Schneider" afferma l'Avv. Stefano Camponovo, legale dell'imputato. "Il mio pensiero va alla famiglia, e non è un'affermazione di circostanza". Comincia così l'arringa difensiva del legale dell'imputato. "Schneider ha 31 anni e non ha mai avuto un padre. Si potrebbe dire lo stesso di Samuele, ma lui però ha avuto un uomo che gli ha voluto bene come un padre", prosegue l'Avv. Camponovo.
"La persona sulla quale dovete commisurare la pena è una persona povera sentimentalmente, e in tutti gli aspetti della propria vita, anche familiare", prosegue l'avvocato Stefano Camponovo rivolto alla Corte e sottolineando le difficoltà affrontate dal suo assistito nel coso della sua vita. Difficoltà che lo hanno portato ad una vita strettamente legata agli stupefacenti.
"Schneider è talmente legato agli stupefacenti che lo consuma anche in presenza della madre. Una mamma che lo ha sempre avuto a cuore, ma che non lo ha mai avuto in pugno". Camponovo traccia il percorso di vita di Sébastian Schneider ruotando attorno ad i paletti formati dalle numerose denuncie e reati legati allo spaccio di droghe arrivando poi ad una relazione, che lo stesso legale, anch'essa "stupefacente". "Un disastro annunciato (lui ancora minorenne, lei molto più grande, tossicodipendente e sieropositiva), che ha però generato la parte migliore della vita di Sébastien Schneider: la figlia" spiega con enfasi l'avvocato Camponovo.
L'arringa difensiva volge in seguito alla serata del 24 aprile 2009 e alla lite che i due avevano avuto qualche giorno prima. Un diverbio nel quale Samuele aveva "come d'abitudine quando provocato", l'avvocato cita una teste, provocato Schneider invitandolo a colpire, "tanto io non ho paura di niente". L'avvocato Camponovo porta quindi l'attenzione sull'abuso, nella sera del 24 aprile, di stupefacenti ed alcool da parte del suo assistito. "Anche lo Schneider normale non è una persona del tutto lucida" prosegue Camponovo. "Non è normale neppure quando è normale" insiste ponendo l'attenzione sullo stato di perenne alterazione causato dall'abuso di droghe.
L'Avv. Camponovo definisce "Un evento come tanti" la lite tra il suo assistito e la sua ragazza. Una "normalità" che non ha indotto nessuno a voltarsi per guardare cosa stesse realmente succedendo.
Il giudice Zali interviene quindi per porre fine al borbottio e alle lamentele dei parenti posti alle spalle dell'avvocato di difesa ricordando che "siamo in un paese civile e anche Schneider ha diritto ad una difesa".
L'arringa procede sottolineando il gesto di sfida fatto da Samuele il 24 aprile che ricorda quello fatto qualche giorno prima. Quel gesto, diceva in precedenza, tipico di Samuele quando veniva provocato. L'avvocato ricostruisce i momenti della lite riconoscendo il mancato soccorso a Samuele Giorgi, ma sottolineando i movimenti successivi. "Non è scappato, non è andato in Italia, dove aveva conoscenti, è andato prima a casa della sua compagna e poi a casa si Staubli, a pochi metri dal luogo della morte di Samuele Giorgi".
"Non è quello che si aspettava, non è quello che voleva" afferma l'avvocato Camponovo interpretando le telefonate alla madre, ed allo zio di Samuele, come prova dello stato di choc nel quale si trovava. "Sicuramente sconvolto. Uno choc che si inserisce in uno stato psicofisico alterato dagli stupefacenti", prosegue il legale, e che si ripete quando viene a conoscenza della morte di Samuele Giorgi, momento nel quale esprime una volontà suicida.
L'avvocato Camponovo solleva inoltre alcuni dubbi in merito a circa una settantina, dei circa 98 verbali di polizia, che con la dicitura "sentito in merito all'omicidio intenzionale di Samuele Giorgi", hanno fatto scattare un meccanismo psicologico" che spinge a parlare male, ad allontanarsi dal proprio assistito.
"Colpa mitigata dalla scemata imputabilità di grado tra il lieve e il medio", afferma l'avvocato Camponovo. Una responsabilità mitigata a causa dell'abituale consumo di droghe.
"Schneider ha voluto sfregiare Giorgi, in una difesa che non può essere considerata legittima perché eccessiva, ma non ha mai voluto accoltellare a morte Samuele Giorgi. Per otto volte lo ha colpito con ferite superficiali. Solo l'ultima è stata letale. Un gesto però che non è caratterizzato dalla forza dal dolo diretto". L'avvocato non contesta l'accusa di omicidio intenzionale, ma ritiene che non si possa parlare di dolo diretto per i motivi presentati alla Corte.
Ruotando attorno alla perizia psichiatrica che ha definito l'imputato "intelligente" l'avvocato dell'imputato sottolinea che il suo assistito "non ci guadagna niente a dichiarare di aver colpito Samuele solo due volte" quando la perizia ha rilevato nove colpi. "I nove colpi escludono il dolo eventuale? No. Ci sono otto tagli superficiali. In quei primi otto colpi sta il dolo eventuale, colpi chiaramente votati alla non mortalità, alla non ferita".
"Schneider è colpevole di omicidio intenzionale ma solo per dolo eventuale commesso in stato di media scemata intenzionalità".
Domattina verranno posti i quesiti alla Corte. La sentenza è attesa per il primo pomeriggio.
Foto ©Ti-Press/Carlo Reguzzi
Saul Gabaglio




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