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'Un freno al giornalismo sensazionalistico'

Erano da attendersi e sono arrivate puntuali le critiche nei confronti dell'operato di fotografi e cameraman al funerale di Lisa Pintonello tenutosi lunedì scorso. Un gruppo di donne ha espresso oggi il proprio disappunto con una lettera aperta inviata alla stampa
Ti-Press Carlo Reguzzi
'Un freno al giornalismo sensazionalistico'
Erano da attendersi e sono arrivate puntuali le critiche nei confronti dell'operato di fotografi e cameraman al funerale di Lisa Pintonello tenutosi lunedì scorso. Un gruppo di donne ha espresso oggi il proprio disappunto con una lettera aperta inviata alla stampa
LUGANO – Quali sono i limiti dell’informazione? L’eterna domanda torna d’attualità oggi, dopo la lettera aperta con la quale sette donne criticano l’operato di fotografi e cameraman durante la cerimonia funeb...

LUGANO – Quali sono i limiti dell’informazione? L’eterna domanda torna d’attualità oggi, dopo la lettera aperta con la quale sette donne criticano l’operato di fotografi e cameraman durante la cerimonia funebre di Lisa Pintonello. “Dov’è il rispetto? Non crediamo che questa sia informazione. Non ci interessa questo tipo di informazione!” hanno scritto. Consapevoli dei nostri diritti e doveri di informazione ci siamo posti nuovamente il problema e abbiamo rivolto le stesse domande a coloro che fanno informazione.

Ti-Press - Davide Agosta, direttore dell'agenzia Fotografica Ti-Press, spiega la presenza di un suo fotografo al funerale di Lisa. "Veniamo accusati di guadagnare quando facciamo una foto "bella" o "scioccante". In realtà lavoriamo con il sistema dell'abbonamento, per cui non percepiamo direttamente un compenso per una foto in particolare".

Su questo punto Agosta vuole fare chiarezza. "Noi, non essendo freelance, usciamo se e quando un cliente richiede un particolare servizio. In questo caso le foto del funerale della piccola Lisa ci sono state esplicitamente richieste da una testata. Ci siamo posti, come per altri casi, il problema se accettare o meno. Il rischio che corriamo però è che, di fronte a dei nostri rifiuti, il nostro cliente decida di rivolgersi ad altre agenzie. In un certo senso siamo obbligati, anche controvoglia, a fare questi servizi”.

"Noi come agenzia tendiamo ad uscire spontaneamente solo nel caso di funerali di personaggi pubblici. In questo caso anche la cerimonia funebre è la naturale conclusione della loro attività". Ad esempio, i funerali di esponenti politici, come Dario Robbiani. "Sul privato è giusto fermarsi".

Perché, allora, non sempre questa regola viene rispettata? Il problema, secondo Agosta, sta a monte. "Stiamo andando sempre di più verso un tipo di giornalismo all'italiana, urlato e sensazionalistico. I media richiedono un certo tipo di foto, perché sanno che un articolo avrà un successo differente a seconda se le immagini mostrano o meno l'argomento in questione". La responsabilità, in conclusione, è anche della testata giornalistica, che dovrebbe valutare se pubblicare una foto, andando oltre gli interessi commerciali, e valutando il fattore umano ed emozionale”.

RSI - Eugenio Jelmini, responsabile dell’informazione regionale alla RSI, spiega la scelta de Il Quotidiano di non recarsi a Malvaglia per realizzare delle immagini del funerale di Lisa Pintonello. "Non abbiamo una linea editoriale precisa che vieta o meno di filmare i funerali; valutiamo caso per caso. Valutazioni tendenzialmente prudenti e che generalmente ci portano a non filmarli. Siamo convinti che il momento del dolore e del distacco sia un momento intimo. Se non si tratta di un personaggio pubblico, come per esempio un consigliere di Stato o un artista, evitiamo quindi di filmare il funerale. Tengo però a precisare che non si tratta di un ordine perentorio, in casi particolari ci sarà capitato o ci capiterà di farlo".

Valutazioni che nel caso del funerali di Damiano Tamagni avevano portato alla decisione di filmare la cerimonia. "Quella l'abbiamo considerata una situazione un po' differente per l'impatto emotivo e politico che la sua morte aveva scatenato in tutto il Cantone. Può succedere che anche il funerale di una persona non pubblica possa diventare giornalisticamente rilevante se, come nel caso di Damiano Tamagni, vi prende parte il vescovo con un'omelia particolare o un politico”.

Le accuse mosse oggi da un gruppo di donne erano volte anche alla mancanza di remore da parte dei fotografi e cameraman presenti. "Siamo coscienti che la sola presenza di un cameraman in chiesa, anche se lavora con discrezione, rappresenta un elemento di disturbo della cerimonia. Ovviamente evitiamo di essere invadenti con le telecamere, ma il lavoro maggiore lo facciamo in sede di montaggio, durante il quale facciamo molta attenzione alle immagini da inserire nei servizi. Può succedere di filmare il dolore dei familiari, ma evitiamo di inserire nel prodotto finale questo genere di immagini".

TeleTicino – Decisione diversa è stata invece presa a Melide. TeleTicino ha infatti deciso di recarsi a Malvaglia con una squadra video per riprendere i momenti della cerimonia. Nell’edizione serale del telegiornale sono quindi andate in onda le immagini del feretro che entra in chiesa, come pure della messa e dei familiari seduti ai banchi. Abbiamo cercato, senza successo, di raggiungere Marco Bazzi, direttore dell’informazione di TeleTicino, per conoscere i motivi della loro decisione. Restiamo in attesa di una risposta.

 

f.c./s.g.


Foto apertura: ti-Press carlo Reguzzi

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