"Dava fastidio", la ricostruzione del piano per uccidere il socio in affari

Si è aperto questa mattina a Lugano il processo nei confronti di Nicola Fumiano e Francesco Spenillo, rei confessi di avere architettato un piano per eliminare il socio d'affari pachistano perché "troppo critico" nella conduzione della Maxi Taxi
BELLINZONA - Ahmed Farouq, socio d'affari della Taxi Maxi di Bellinzona di origini pakistane dava troppo fastidio. Troppo critiche ed andava eliminato.
Si è aperto questa mattina alla Corte delle Assise Criminali di Bellinzona, presieduta dal giudice Claudio Zali il processo a carico di Nicola Fumiano di Arbedo e Francesco Spenillo di Sementina. I due sono accusati di tentato assassinio, lesioni personali gravi, tentata istigazione, rapina, truffa, sviamento della giustizia, infrazione alla Legge federale sulle armi. Il processo è previsto che duri alcuni giorni.
Gli screzi - I rapporti tra i soci in affari erano tesi già da tempo e gli screzi sulla conduzione della società Maxi-Taxi erano diventati ormai insanabili. Fumiano e Spenillo arrivano a pensare a come eliminare lo scomodo socio. Nell'atto stilato dal procuratore pubblico Mario Branda si accusa i due di avere tentato di uccidere Farooq. Il tentato assassinio risale alla notte del 27 sul 29 ottobre 2008 ad Arbedo, in Valle Mesolcina e a Gnosca.
Il piano - Il Fumiano e lo Spenillo avrebbero, secondo l'accusa, "con modalità particolarmente perverse ovvero elaborando e preparando nel tempo, anche mediante sopralluoghi, un piano che avrebbe dovuto sfociare nell'uccisione di Farooq". I due, secondo la ricostruzione effettuata, avrebbero eseguito insieme almeno quattro sopralluoghi in Mesolcina, a Giova, a Buseno, uno nei pressi del fiume Moesa a Cama e un altro lungo la strada che conduce ai monti di "Laura" sopra Roveredo. Tutti sopralluoghi "allo scopo di individuare il luogo migliore per uccidere Farouq e far sparire il suo cadavere".
Arriva la notte del 28 ottobre - Arriva la notte che porta dal 27 al 28 ottobre. Come pianificato, Spenillo accompagna con la propria auto, una Opel Omega, Fumiano da Bellinzona ad Arbedo-Castione, appostandosi nelle vicinanze per poi seguire il Fumiano una volta salito sul veicolo di Farooq. Fumiano chiama da una cabina pubblica di Arbedo la società Maxi Taxi. Fumiano sa che Farooq è di turno e chiede di farsi accompagnare a Buseno, località grigionese della Valle Calanca. Fumiano è mascherato e all'arrivo di Farooq, Fumiano sale sull'auto chiedendo di essere portato a Buseno.
Il piano sfuma - Il piano, però, sfuma. Raggiunto il bivio di Grono, Fumiano rinuncia al proprio intento: la strada che porta in val Calanca era chiusa per lavori. Intanto Spenillo segue con la propria auto quello condotto da Faroorq da Arbedo fino a Roveredo. Ma un semaforo rosso e la strada chiusa porta lo Spenillo a decidere per il rientro a Bellinzona. Sempre la stessa notte, sempre senza farsi riconoscere da Farooq, si fa portare ancora dapprima a Mesocco, poi a Verdabbio e infina a Gnosca senza tuttavia mettere in atto il progetto iniziale.
L'alternativa - Svanito il primo progetto, nella seconda metà del 2008 arriva l'idea di un'altra soluzione. Fumiano e Spenillo si accordano per dare la classica lezione a Farooq. I due decidono di cercare una persona che, dietro compenso, avrebbe picchiato Farooq in modo tale che non sarebbe più stato in grado di lavorare come tassista.
L'azione punitiva - Lo Spenillo allora si rivolge a Carmine Fruggiero promettendo un compenso di 6mila franchi e anticipando su tale importo la somma di 3mila franchi affinché reperisse le persone che avrebbero eseguito materialmente il pestaggio di Farooq. Spenillo poi, consegna a Fruggiero anche una bomboletta spray al pepe che sarebbe potuta servire in occasione del "lavoro".
Nella ricostruzione fatta si evince, inoltre che il Fruggiero, colui incaricato di dare la lezione a Farooq, prende contatto con Orefice Domenico e, tramite questi, con Salvatore Danielo, chiedendogli, dietro compenso di 1.500 franchi, di rendere inabile al lavoro Farooq per almeno un mese fratturandogli una gamba o un braccio.
La rapina del 21 dicembre - Arriva la notte del 21 dicembre. La notte che porta all'apertura di un'inchiesta che ha portato ai clamorosi sviluppi riportati. Era una domenica notte, poco prima dell'una. Il 42enne pachistano riceve una chiamata da parte di un presunto cliente, Salvatore Danielo. Giunto sul terreno, buio e isolato, di una ditta di Giubiasco Salvatore spruzza in faccia lo spray al pepe e si impadronisce il suo portamonete contenente 400/ 500 franchi.




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