Con la crisi si rinuncia al cane: al canile raddoppiano i senza famiglia

TAVERNE - La crisi finanziaria colpisce persino l'antica amicizia tra uomo e cane. E così, capita che di frequente i padroni non tornano a riprendersi il cane dopo le vacanze. Al canile di Taverne il fenomeno è talmente cresciuto che, solo nei primi mesi dell'anno, una ventina di cani sono stati lasciati al canile per "rinuncia", il doppio rispetto all'anno scorso.
Rinunce - "Non si tratta di abbandoni, riferisce la responsabile della società protezione animali Lugano e dintorni. I padroni dei cani fanno una "rinuncia", probabilmente per questioni finanziarie. Mantenere un cane costa caro e in questo periodo di crisi molti non se la sentono di sostenere anche quell'onere".
Scuse - "Spesso, tuttavia, i padroni del cane non si esprimono in questi termini, piuttosto adducono delle scuse come il cambio di domicilio, improvvise allergie, separazioni... Molto spesso, per una famiglia si tratta di scegliere tra le vacanze e il cane: se non c'è un parente o un amico disposto a occuparsene, partire significa pagare al canile oltre 300 franchi per le cure dell'animale (circa 25 franchi al giorno). Alle vacanze non rinunciano, ma al cane sì..." Conclude amaramente.
Tasse - Mantenere un cane, è vero, non è economico. Tra le spese di cibo e veterinario e le tasse annuali, si arriva a cifre che per molti, ormai, incidono visibilmente sul budjet familiare. Una novità è la tassa di smaltimento imposta dal cantone, del costo di 40 franchi, oltre ai 50 per la tassa ordinaria richiesta per il possesso dell'animale. Da quest'anno la legge obbliga poi a inserire un microchip sottopelle per un costo (una tantum) di un centinaio di franchi.
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