William R. Hearst: il magnate che ispirò «Quarto Potere»
William Randolph Hearst, che morí mezzo secolo fa il 14 agosto 1951, personaggio centrale di The Cat’s Meow di Bogdanovich, combatté tutta la vita. La sua ultima, grande battaglia la sostenne nel 1941, quando Orson Welles diresse il suo primo film, Citizen Kane (Quarto potere). Aveva fatto di tutto, Hearst, per tentare di bloccarne le riprese e poi per impedirne la distribuzione. Ma invano. Il film raccontava la vita di Charles Foster Kane, un potente editore californiano: la storia di un uomo che dà la scalata ai giornali, trascura la moglie, s’innamora di una cantante lirica che lancerà nel mondo dello spettacolo, vive in una sorta di castello incantato (Xanadù) e coltiva amicizie con personaggi non sempre raccomandabili della politica e della malavita. La vita di Hearst non era stata molto diversa da quella di Kane: aveva cominciato come giornalista, aveva comprato un giornale dopo l’altro, costruito un impero editoriale e cinematografico, era stato sposato con una bella donna, Millicent Willson, e aveva una relazione con l’attrice Marion Davies. Il magnate della stampa viveva inoltre, proprio come Kane, in un castello principesco all’interno di un gigantesco ranch sulla costa del Pacifico. Il padre, proprietario di diverse miniere e impegnato in politica, l’aveva messo alla testa di un modesto giornale di provincia, il San Francisco Examiner. Hearst, nato nel 1863, allora 24.enne, era deciso a trasformare quel tranquillo quotidiano locale in un giornale «d’assalto», con notizie e storie capaci di far vibrare la sensibilità dei lettori. Quando si sentí maturo, scese in guerra contro Joseph Pulitzer, grande giornalista ed editore, che dominava il mercato col New York World. Hearst acquistò il New York Morning Journal e tentò di strappare copie al rivale con uno stile più popolare, con articoli anche scandalistici, dando vita al «giornalismo giallo», cosí chiamato dal nome di Yellow Kid, l’irriverente monello protagonista del primo fumetto della storia, che era pubblicato dal World di Pulitzer: Yellow Kid, infatti, si aggirava nei quartieri più poveri di New York e sul suo lungo camicione giallo scriveva i motivi della sua protesta populistica. La stagione del «giornalismo giallo» (e di Pulitzer e di Hearst) si situa negli ultimi anni dell’800, all’esplosione della guerra tra gli Stati Uniti e la Spagna per la liberazione di Cuba dal dominio spagnolo. Nel 1895 l’insurrezione del popolo cubano diede uno scossone al già traballante potere iberico; in aiuto dei cubani si schierarono subito gli Stati Uniti, con la grande stampa che soffiava sul fuoco, con articoli falsamente patriottici che denunciavano le atrocità degli spagnoli. I giornali di Pulitzer e Hearst facevano a gara a chi pubblicava gli articoli più bellicisti. A un suo inviato che un giorno telegrafò: «Qui tutto calmo», Hearst rispose: «Tu pensa a scrivere, alla guerra ci penso io». E subito dopo inviò nella zona due piroscafi, con i fotografi pronti a scattare fotografie dopo aver organizzato qualche provocazione. L’esplosione e affondamento della nave americana «Maine» nel porto dell’Avana nel 1898 scatenò la «stampa gialla» di Pulitzer e Hearst, sempre più concordi nel chiedere l’inizio della guerra, come subito avvenne. Nel corso della sua lunga vita (morí a 88 anni) Hearst alternò successi e sconfitte sul piano politico e ideologico – progressista all’inizio del ’900, anglofilo durante la Grande Guerra, amico del Reich negli anni ’30 e poi antinazista allo scoppio della guerra – ma collezionò solo successi nel campo giornalistico, avvalendosi di una combinazione di patriottismo, populismo e banalità, cosí da offrire sempre ai suoi lettori un pugno di emozioni forti.
Corriere del Ticino del 4 agosto 2001




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!