L'Espresso: è un falso, i diari non sono di Mussolini

Gentile e Travaglini: "nessuna autenticità"
Secondo il professore le pagine ritrovate, che il senatore Dell'Utri vorrebbe attribuire a Benito Mussolini, sono un bluff. Gentile ebbe già tra le mani i diari, che vennero esaminati per due mesi.
I manoscritti, che da qualche tempo sono di nuovo alla ribalta della cronaca, furono già stati offerti a L'Espresso dal figlio del partigiano Lorenzo Bianchi, Maurizio.
Quanto si legge dall'Espresso il settimanale "ha commissionato una perizia calligrafica e fisico chimica dagli esiti non confortanti". L'Espresso ha poi consegnato allo storico Gentile le fotocopie di tutti e cinque i diari. Sono "i nomi errati e grammaticali, le discordanze cronologiche, le incongruenze e le inesattezze" che secondo il professore hanno una valenza significativa nel poter affermare che i diari sono dei falsi. Gentile infatti, se da un lato riconosce l'unità e la corenza di stile e di contenuto, dall'altro afferma che i manoscritti sono dei falsi. Gentile ha fatto un esame meticoloso degli scritti. Lo storico infatti ha confrontato "quotidianamente" tutto il periodo compreso fra il 1935 e il 1935, gli avvenimenti pubblici, gli eventi di cronaca e, anche, dove possibile, le condizioni meterorologiche con analoghe notizie della stampa coeva.
Gentile ritiene anche molto bizzarro il fatto che, nei manoscritti non vi siano note su momenti, aspetti e figure che ebbero un significato e un ruolo molto importante nella vita politica di Mussolini. Mai un resoconto dettagliato o citazioni testuali dei colloqui che Mussolini ebbe con il re. E poi i viaggi e gli incontri politici di Mussolini, che segnarono la storia del Ventennio, come per esempio la conferenza di pace di Monaco di Baviera, in cui si firmò la pace dopo l'annessione della Cecoslovacchia al III Reich e Stresa dove viene riaffermato il trattato di Locarno, decidendo di fare fronte comune contro la inquietante Germania di Hitler e del suo nazismo in preoccupante ascesa.
Roberto Travaglini conferma la falsità
Anche il grafologo Roberto Travaglini sostiene la tesi del falso. Dall'intervista concessa all'Espresso, il grafologo di Bologna spiega che le analisi grafologiche evidenziano differenze di pressione grafica. "Quella di Mussolini era un'alternanza ritmica tra tratti ascendenti sottili e tratti discendenti molto marcati. Un chiaroscuro che non si ritrova mai nelle agende".




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