INTERVISTA: “Pochi psichiatri in Svizzera? Non in Ticino”

L'associazione svizzera dei primari in psichiatria ha denunciato oggi la carenza di psichiatri in Svizzera. “Il calo è evidente –commenta lo psichiatra Tazio Carlevaro – ma in Ticino non possiamo lamentarci. Da noi il problema è che i circa settanta psichiatri sono mal distribuiti: tutti concentrati nel Luganese”. (nella foto: Tazio Carlevaro)
In Ticino quanti psichiatri abbiamo?
“Ce ne sono circa una settantina a cui si devono aggiungere i servizi psichiatrici ambulatoriali dello Stato, che sono attivi a Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio. Inoltre esistono anche delle strutture di formazione, quindi abbiamo degli assistenti che hanno il ruolo di formare in cinque anni gli psichiatri”.
Quindi sembrerebbero tanti.
“Il problema del Ticino è che gli psichiatri sono mal distribuiti. Ce ne sono tantissimi a Lugano per esempio, pochissimi invece nel Bellinzonese. Certamente siamo lontani dalla situazione di indigenza del 1980, quando c’era un solo psichiatra per 60.000 abitanti. Attualmente a livello svizzero siamo in una situazione media, ci superano città come Basilea e Ginevra con un numero molto alto di psichiatri.”.
L'associazione svizzera dei primari in psichiatria ha anche messo in luce il fatto che i pazienti sono aumentati. Un dato che riguarda anche la Svizzera italiana?
“Certamente. Il mondo è diventato sempre più difficile e a volte la gente si perde in questa difficoltà, inoltre è aumentata la concorrenza tra gli individui e questo è all’origine di frustrazioni, tristezze e insoddisfazioni, stati che possono portare facilmente alla depressione. Sicuramente sono aumentate forme depressive ,a bisogna anche precisare un fattore essenziale per spiegare il motivo che sta alla base di questo aumento di pazienti: la gente si rivolge allo psichiatra perché si è ormai convinta che la psichiatria è in grado di curare i vari mali. Una volta c’era molto scetticismo e chi aveva malattie mentali non si lasciava curare, in quanto poco fiduciosa di sedersi sulla sedia del medico”.
I bilaterali potrebbero aprire le porta anche ai medici psichiatri stranieri.
“Le porte potrebbero aprirsi anche agli psichiatri stranieri e in Ticino c’è ancora posto. Spero innanzitutto che non si arrivi alla saturazione, e in secondo luogo mi auguro che non si stabiliscano tutti a Lugano. Non è soltanto il numero di psichiatri che deve aumentare, ma deve anche aumentare la consapevolezza dell’aspetto psicologico e psichiatrico presso i medici generalisti e i medici internisti. Anche loro dovrebbero prendersi cura di alcuni pazienti senza necessariamente ricorrere allo specialista. Bisogna stare molto attenti: se aumentiamo l’uso della psichiatria, qualcuno inevitabilmente dovrà pagare, e pagheranno le casse malati”.
di Sal Feo




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