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IPG, verso l’equità: più tutele per genitori e lavoratori autonomi

Saranno armonizzate ed estese a più categorie: ecco le novità
20 Minuten
Fonte Ats
IPG, verso l’equità: più tutele per genitori e lavoratori autonomi
Saranno armonizzate ed estese a più categorie: ecco le novità

BERNA - Alla luce degli sviluppi della società e dei desideri del Parlamento, le prestazioni erogate dall'Indennità per perdita di guadagno (IPG) vanno armonizzate. È quanto prevede un progetto del Consiglio federale approvato oggi dal Consiglio degli Stati dopo aver eliminato una divergenza col Nazionale. Il dossier è pronto per le votazioni finali.

Pensato inizialmente per indennizzare i soldati tenuti a prestare servizio militare, il regime delle IPG è stato progressivamente ampliato per indennizzare le persone che subiscono una perdita di guadagno quando diventano genitori, adottano un bimbo oppure accudiscono un figlio malato gravemente.

Tuttavia, attualmente le madri, i padri (o le mogli delle madri), i genitori che assistono un figlio con gravi problemi di salute e i genitori adottivi, non hanno diritto - diversamente da coloro che prestano servizio, sia esso militare, civile o di protezione civile - agli assegni per i figli, agli assegni per l'azienda e per spese di custodia.

Per rimediare a queste disparità, il disegno prevede quindi di estendere l'assegno per l'azienda, volto a coprire parte delle spese fisse che i lavoratori indipendenti devono sostenere durante il loro periodo di servizio, a tutti i beneficiari di prestazioni dell'ordinamento delle IPG che esercitano un'attività lucrativa indipendente, in modo da aiutarli a coprire le spese in questione durante il congedo. L'assegno per spese di custodia sarà mantenuto ed esteso a tutti i beneficiari di prestazioni dell'ordinamento delle IPG che adempiono le relative condizioni.

L'assegno per i figli verrà invece soppresso. Introdotto prima dell'entrata in vigore della legge sugli assegni familiari (LAFam), tale contributo non ha più ragione di essere dato che ogni figlio dà già diritto a un assegno ai sensi della LAFam, a prescindere dalla situazione personale o professionale del genitore.

Maternità - Oggigiorno, se immediatamente dopo la nascita il neonato resta in ospedale per almeno due settimane consecutive, il versamento dell'indennità di maternità può essere prolungato. Non esistono invece disposizioni analoghe in caso di degenza ospedaliera prolungata della madre, sebbene in tale situazione essa non sia in grado di occuparsi del figlio.

Il progetto prevedeva che il versamento dell'indennità di maternità potesse essere prolungato per la durata effettiva della degenza ospedaliera della madre, fino a un massimo di 56 giorni, come avviene già in caso di degenza prolungata del neonato. Il Consiglio nazionale ha però sempre risposto picche a questo limite. Oggi, i "senatori" si sono adeguati alla Camera del popolo, giacché simili situazioni riguardano solo pochi casi di nascite di bambini molto prematuri, ha spiegato Flavia Wasserfallen (PS/BE) per conto della commissione.

Dato che l'abolizione di questo limite potrebbe comportare una durata potenzialmente illimitata della protezione contro il licenziamento durante il congedo di maternità, il Parlamento ha però precisato che questa protezione supplementare potrà essere aumentata al massimo di 12 settimane.

Decesso di un figlio - Attualmente, il diritto all'indennità per l'altro genitore durante il congedo preso dal padre o dalla moglie della madre si estingue col decesso del figlio.

Il progetto prevede che il padre o la moglie della madre mantenga tale diritto se il figlio nasce morto o muore nei 14 giorni successivi alla nascita.

Degenza figlio - Se un figlio dovrà restare in ospedale per almeno quattro giorni consecutivi, uno dei genitori potrà interrompere la propria attività lucrativa e beneficiare dell'indennità di assistenza per la durata della degenza ospedaliera.

Una volta che il figlio sarà tornato a casa, il versamento dell'indennità potrà essere prolungato di ulteriori tre settimane al massimo se un certificato medico attesta la necessità di assistenza da parte dei genitori durante la convalescenza. L'indennità potrà però essere concessa per al massimo 98 giorni complessivi di degenza ospedaliera e convalescenza.

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