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SVIZZERA

No a una Svizzera da 10 milioni: riuscita l'iniziativa dell'UDC

Più di centoquattordicimila le firme risultate valide
Foto 20 Minuten
Fonte ats
No a una Svizzera da 10 milioni: riuscita l'iniziativa dell'UDC
Più di centoquattordicimila le firme risultate valide
BERNA - L'iniziativa popolare "No a una Svizzera da 10 milioni!", lanciata dall'UDC, è formalmente riuscita: delle 114’805 mila firme depositate, 114’430 sono risultate valide, indica una nota odierna della Cancelleria federale. Le sottoscrizion...

BERNA - L'iniziativa popolare "No a una Svizzera da 10 milioni!", lanciata dall'UDC, è formalmente riuscita: delle 114’805 mila firme depositate, 114’430 sono risultate valide, indica una nota odierna della Cancelleria federale.

Le sottoscrizioni erano state consegnate il 3 aprile scorso per verifica da parte delle istanze competenti. L'iniziativa chiede di aggiungere alla Costituzione federale un nuovo articolo sullo "sviluppo demografico sostenibile".

In caso di vittoria, la popolazione residente permanente in Svizzera non dovrà superare i dieci milioni entro il 2050. Il Consiglio federale e il Parlamento dovranno prendere provvedimenti non appena la popolazione supererà i 9,5 milioni. Le persone ammesse a titolo provvisorio non potranno più ottenere un permesso di residenza o di domicilio, né la cittadinanza svizzera, né qualsiasi altro diritto di soggiorno. Se necessario, Berna dovrà porre fine ai trattati internazionali che incoraggiano la crescita demografica, come l'accordo sulla libera circolazione delle persone con l'UE o il Patto ONU sulla migrazione.

L'iniziativa per la sostenibilità risponde, secondo i democentristi, ai problemi legati all'immigrazione che colpiscono una parte sempre più ampia della popolazione: carenza di alloggi e aumento degli affitti, ingorghi stradali, treni e autobus sovraffollati, abbassamento degli standard scolastici, aumento della violenza e della criminalità, carenza di elettricità, stagnazione del reddito pro capite, premi delle casse malati sempre più proibitivi, indebitamento dei servizi sociali e crescente pressione sul nostro paesaggio e sulla natura.


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