«Così UBS rischia altri 16 miliardi di debiti»

Secondo Peter V. Kunz, professore di diritto economico dell'Università di Berna, la sentenza del TAF sull'azzeramento delle obbligazioni AT1 potrebbe generare in futuro una controversia tra la banca e Berna
ZURIGO - Con la decisione del Tribunale amministrativo federale (TAF) relativa all'azzeramento del valore delle obbligazioni AT1 di Credit Suisse (CS), UBS rischia di doversi indebitare per altri circa 16 miliardi di franchi. Secondo il professore di diritto economico all'Università di Berna Peter V. Kunz, tra qualche anno potrebbe nascere una controversia legale tra UBS e la Confederazione.
Interpellato dall'agenzia AWP, Kunz non si è detto sorpreso dalla decisione del TAF. Già nella primavera 2023 aveva lui stesso dichiarato di non vedere alcuna base giuridica per l'ordine della FINMA di cancellare il valore delle obbligazioni AT1 di Credit Suisse (CS), nell'ambito dell'acquisizione da parte di UBS.
Il TAF ha valutato solo la questione della legittimità della decisione della FINMA e non ancora la possibilità di annullare il debito. Ciò ha una sua logica, secondo Kunz. Il TAF vuole prima attendere che il Tribunale federale (TF) confermi la sua decisione.
In caso affermativo, in un prossimo procedimento si dovrà stabilire se UBS sarà tenuta a ripristinare i debiti di CS. «Per me è chiaro che la decisione andrà in questo senso».
Ci vorranno ancora anni prima che ciò avvenga, prosegue Kunz. Anche un'eventuale ulteriore decisione del tribunale competente sul ripristino dei debiti AT1 sarà probabilmente deferita al TF. Di conseguenza, a sua avviso, UBS cercherà probabilmente di coinvolgere anche lo Stato. La banca potrebbe infatti sostenere di aver accettato l'acquisizione solo per le condizioni vantaggiose: «Se dovrà pagare 16 miliardi in più, l'accordo non sarà più così vantaggioso».




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