La colonia estiva in Ticino costa il licenziamento all’insegnante

Pressioni sulle studentesse 13enni di una scuola di San Gallo durante il loro ciclo mestruale: la docente avrebbe poi inserito un assorbente interno ad almeno una bambina.
Pressioni sulle studentesse 13enni di una scuola di San Gallo durante il loro ciclo mestruale: la docente avrebbe poi inserito un assorbente interno ad almeno una bambina.
SAN GALLO - Insegnante sospesa e licenziata a fine semestre per quanto accaduto durante una colonia scolastica in Ticino, quando tre studentesse di circa 13 anni avevano dichiarato di non voler nuotare, a causa del ciclo mestruale. Inizia così una vicenda che fa sorgere numerose perplessità circa le responsabilità (entro quali limiti?) di professori e accompagnatori.
Ma torniamo alla vacanza estiva. L'insegnante, in riferimento alle attività da svolgere nonostante le difficoltà fisiche delle ragazzine, avrebbe fatto pressioni sulle ragazze, fatto che le autorità descrivono come una «grave violazione». E mentre il responsabile del Dipartimento delle scuole e della musica della città di San Gallo, Martin Annen, ha rifiutato di commentare i dettagli esatti dell'accaduto, secondo il quotidiano "Tagblatt", che cita una fonte ben informata, l'insegnante avrebbe inserito personalmente un tampone in almeno una bambina, giustificandolo con il fatto quest'ultima non era in grado di farlo da sola.
Il fatto è stato segnalato alle autorità competenti. Tempo dopo, il primo giorno di scuola dopo le vacanze, studenti e insegnate sono stati interrogati: entrambe le parti avrebbero fornito resoconti concordanti.
Il provvedimento - Ecco che l'insegnante è stata sospesa dall'incarico di insegnamento lo stesso giorno, ricevendo successivamente una formale comunicazione di licenziamento con decorrenza dalla fine del semestre. Il Dipartimento dell'Istruzione e del Tempo Libero dell'amministrazione comunale di San Gallo si è dunque astenuto dal licenziamento immediato o dalla presentazione di denunce penali, perché «non c'era motivo di farlo».
Secondo la scuola, l'unità specialistica esterna del Centro di Tutela dell'Infanzia di San Gallo è stata consultata e, dopo un'attenta riflessione, ha concluso che l'incidente non costituiva un reato e che sporgere denuncia - contro la volontà delle vittime - sarebbe stato controproducente.
Sulla vicenda si è anche espressa l'associazione degli insegnanti VLSG che, informata della sospensione, sottolinea l'importanza di indagini approfondite. La professoressa Monika Simmler, esperta di diritto penale presso l'Università di San Gallo, ha spiegato al quotidiano "Tagblatt" che esiste l'obbligo legale di denunciare alla polizia i sospetti atti sessuali con minori; se l'insegnante avesse effettivamente inserito un tampone, ciò rientrerebbe in tale categoria.





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