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«È stato davvero un incidente? Dobbiamo chiedercelo ogni volta»

La primaria di pediatria dell’ospedale universitario di Zurigo: «Ogni tanto i bambini muoiono per le ferite riportate».
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«È stato davvero un incidente? Dobbiamo chiedercelo ogni volta»
La primaria di pediatria dell’ospedale universitario di Zurigo: «Ogni tanto i bambini muoiono per le ferite riportate».
ZURIGO - Sono le sette di sera nel pronto soccorso dell’Ospedale universitario pediatrico di Zurigo. Una famiglia con un neonato entra di corsa. Il bambino piange, i genitori sembrano stressati. Gli esami indicano che il braccio del piccolo è frat...

ZURIGO - Sono le sette di sera nel pronto soccorso dell’Ospedale universitario pediatrico di Zurigo. Una famiglia con un neonato entra di corsa. Il bambino piange, i genitori sembrano stressati. Gli esami indicano che il braccio del piccolo è fratturato. La coppia afferma che il loro figlio di un mese si è girato nel fasciatoio ed è caduto. E subito scattano le sirene d’allarme per la primaria di pediatria, Myriam Peter.

Un neonato normalmente riesce a girarsi solo dal quarto mese di età. La storia dei genitori è dunque sospetta. «È stato davvero un incidente, o si tratta di un caso di maltrattamento? Questa domanda dobbiamo porcela ogni volta che un bambino arriva in pronto soccorso», racconta Peter.

Il fenomeno - Il maltrattamento di minori non è un fenomeno marginale in Svizzera. Nel 2024 sono stati 2084 i bambini e gli adolescenti assistiti o curati per sospetto o accertato maltrattamento, un dato che da anni rimane stabile.

Nell’ospedale universitario pediatrico di Zurigo, invece, il numero dei casi è in crescita da sei anni. Peter lo percepisce quotidianamente: «In media ci sono quasi due casi sospetti al giorno – tutti vengono discussi nel gruppo di protezione dell’infanzia dell'ospedale.» Non è chiaro se ci siano effettivamente più casi di maltrattamento o se è la maggiore sensibilizzazione all'interno della società che porta a riconoscerne di più.

I medici rivestono un ruolo importante - Le storie con cui i genitori arrivano in ospedale sono le più disparate. «"Il bambino è stato tolto dal seggiolino e si è rotto una gamba". Oppure presenta dei lividi, anche se non ha ancora imparato a camminare. Per concedere più tempo ai necessari accertamenti, spesso ricoveriamo i bambini, così da potere meglio capire le dinamiche famigliari», spiega Peter.

Il maltrattamento fisico è spesso più facile da riconoscere rispetto a quello psicologico: «Il maltrattamento fisico lascia tracce visibili, in quello psicologico i segni sono solitamente più sottili». In questi casi, i pediatri possono svolgere i necessari accertamenti soltanto se seguono la famiglia da molto tempo. «Un bambino che è sempre stato allegro, e che improvvisamente diventa silenzioso e triste... È quello il momento in cui lo specialista deve drizzare le antenne e parlare con la famiglia».

Non sono "cattivi" - Spesso in ospedale arrivano direttamente i genitori. Un paradosso? «Non sono genitori “cattivi”, sono genitori sopraffatti», precisa Peter. Educare un bambino non è un compito semplice ed è spesso sottovalutato dalla società. «Questi genitori non hanno mai imparato ad affrontare la sopraffazione», aggiunge.

In alcuni casi, però, non si può fare nulla, e il bambino muore per le ferite riportate. «Il decesso è la cosa peggiore. Ma non possiamo disperarci. In questi casi cerchiamo di capire se ci sono dei fratelli, o altri bambini con segni simili. E cerchiamo di capire come proteggerli da destini simili».


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