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ARGOVIA

Niente carcere per la 14enne che ha ucciso una 15enne? «È uno scherzo»

Il caso Berikon riapre il dibattito: sono sufficienti lavori socialmente utili per crimini gravi commessi da minorenni?
20 Minuten
Niente carcere per la 14enne che ha ucciso una 15enne? «È uno scherzo»
Il caso Berikon riapre il dibattito: sono sufficienti lavori socialmente utili per crimini gravi commessi da minorenni?

AARAU - L’omicidio di una quindicenne avvenuto a Berikon lo scorso 12 di maggio (per mano di una quasi coetanea) ha riacceso il dibattito sul diritto penale minorile. L'età della presunta assassina, 14 anni, complica infatti il lavoro della giustizia. La ragazza non rischia di finire dietro le sbarre, ma le sarà inflitta una pena di al massimo dieci giorni di lavori socialmente utili.

Un flashback doloroso - «È uno scherzo», afferma Nadya Pfister in un'intervista all'Aargauer Zeitung. Nadya è la madre della tredicenne di Spreitenbach che nel 2017 si tolse la vita a causa del cyberbullismo. Le due adolescenti che l’avevano spinta all'atto estremo furono condannate a quattro giorni di lavori socialmente utili.

Un trattamento che non era affatto piaciuto alla madre della vittima. «Con queste pene, la giustizia non può impressionare i giovani criminali».

Troppa violenza tra i giovani - Il recente caso di Berikon ha riacceso nel cuore della famiglia il ricordo di quel dramma. Eppure Nadya non si è detta sorpresa. «Tra i giovani la propensione alla violenza è aumentata e l’età della pubertà è sempre più precoce. Gli autori dei reati sono sempre più giovani».

«I reati giovanili sono sempre più violenti. Di conseguenza dobbiamo rendere più severe le pene per questi reati». Nadya è convinta che si debba poter affliggere pene detentive già a partire dai 14 anni e non dai 15 attuali.

Cosa dice la legge - La possibilità di infliggere la detenzione solo dai 15 anni si basa sulla constatazione che, a quell’età, gli adolescenti non hanno ancora una personalità e un comportamento completamente sviluppati, e quindi la loro evoluzione non è considerata ancora conclusa.

Per questo, a differenza del diritto penale per adulti, quello minorile è incentrato sull’autore e non sul reato: non si focalizza sulla punizione, ma sull'educazione e la protezione. L’obiettivo è riportare i giovani su un percorso prosociale, spiega Patrik Killer, capo della procura minorile della città di Zurigo, a 20 Minuten.

C'è il rischio di banalizzare? - «Come mamma che ha perso una figlia, ho una prospettiva diversa», ribatte Nadya Pfister. «Alcuni giorni di lavori socialmente utili come punizione, a mio parere, banalizzano atti di questo tipo.»

Lei e suo marito non lottano solo per pene più severe, ma anche per una maggiore prevenzione. Un impegno che si è concretizzato nell’associazione Celinesvoice.ch.

Nel frattempo, la discussione sull’inasprimento del diritto penale minorile svizzero è pienamente in corso. Recentemente, il Consiglio nazionale ha approvato un’iniziativa che prevede che i minorenni possano essere giudicati secondo il diritto penale per adulti in caso di crimini particolarmente gravi. La prossima decisione spetta al Consiglio degli Stati.

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