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SVIZZERA / SUDAN

L'ambasciata svizzera a Khartum è stata chiusa, il personale e gli accompagnatori sono in salvo

L'operazione è stata possibile grazie alla collaborazione con i partner «a partire dalla Francia», ha spiegato Ignazio Cassis
AFP
L'evacuazione condotta dai militari francesi.
Fonte Ats Ans
L'ambasciata svizzera a Khartum è stata chiusa, il personale e gli accompagnatori sono in salvo
L'operazione è stata possibile grazie alla collaborazione con i partner «a partire dalla Francia», ha spiegato Ignazio Cassis
KHARTUM - Domenica sera il direttore del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis ha annunciato la chiusura dell'ambasciata svizzera in Sudan e la messa in salvo dei dipendenti e delle loro famiglie. L'operazione è stata...

KHARTUM - Domenica sera il direttore del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis ha annunciato la chiusura dell'ambasciata svizzera in Sudan e la messa in salvo dei dipendenti e delle loro famiglie. L'operazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione con i partner, «a partire dalla Francia», ha spiegato il consigliere federale.

I sette membri del personale e cinque persone accompagnatrici hanno potuto essere evacuati in collaborazione con Paesi terzi, ha indicato in serata il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Le persone sono sane e salve, ha dichiarato il DFAE in un'e-mail a Keystone-ATS. Due sono in viaggio verso l'Etiopia, mentre gli altri sono stati evacuati a Gibuti grazie al sostegno francese. Il DFAE ha aggiunto che la Svizzera non sta organizzando la partenza dei cittadini elvetici dal Sudan, ma sta collaborando con i suoi partner per «aiutarli al meglio in circostanze difficili». I cittadini svizzeri interessati possono chiamare la helpline.

L'agenzia di stampa francese AFP aveva riferito in precedenza, facendo riferimento a fonti governative, che la Svizzera aveva chiesto aiuto alla Francia per l'evacuazione dei suoi cittadini.

Non tutti vogliono andarsene - Stando al DFAE, sono circa un centinaio i cittadini svizzeri in Sudan. Serge Bavaud, capo della gestione delle crisi presso il DFAE, in un incontro con i media venerdì a Berna, aveva precisato che la Confederazione non ritiene che tutti siano intenzionati a fare le valigie, anzi. Molti di essi hanno la loro vita in Sudan e alcuni hanno la doppia cittadinanza.

Fino a venerdì solo una decina di persone aveva in effetti espresso la volontà di andarsene.

Il caos in Sudan, già teatro di un colpo di Stato militare nel 2021, è scoppiato sabato scorso, con scontri fra le unità dirette dai due generali più potenti del Paese. All'origine, la rivalità politica fra Abdel Fattah al-Burhan, capo del Consiglio sovrano e quindi de facto capo di Stato, e il suo vice, il filorusso Mohamed Hamdan Dagalo, alla guida del gruppo paramilitare Forze di supporto rapido (Rfs).

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