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LUCERNAL'ha ospitata ed è diventato come un secondo padre, per poi abusare di lei

24.08.22 - 23:59
È avvenuto nel Canton Lucerna. Erano ormai come una "famiglia allargata", ma il 63enne ha approfittato della 13enne
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Fonte ats
L'ha ospitata ed è diventato come un secondo padre, per poi abusare di lei
È avvenuto nel Canton Lucerna. Erano ormai come una "famiglia allargata", ma il 63enne ha approfittato della 13enne
L'uomo è stato condannato a due anni e 11 mesi per violenza carnale, atti sessuali con fanciulli e coazione sessuale

LUCERNA - Approfittava del fatto di ospitare in casa la figlia adolescente di una sua dipendente per toccare nelle parti intime la ragazzina, spingendosi poi fino ad avere un rapporto sessuale con lei. Al centro degli abusi un 63enne, che la giustizia lucernese ha ora condannato a due anni e 11 mesi di prigione, di cui un anno da scontare.

I fatti incriminati risalgono al periodo fra il 2017 e il 2019. Dopo la separazione dei genitori, la vittima abitava con la madre in un appartamento vicino a quello dell'imputato, il capo della donna. Non disponendo di una camera propria, era autorizzata a dormire in una stanza dell'abitazione di quest'ultimo.

Con il tempo, il legame si è trasformato in una sorta di famiglia allargata, con l'uomo che è diventato come un padre per la figlia - all'epoca 13enne - della sua impiegata. Nel frattempo però si sono manifestati i primi comportamenti inappropriati, sotto forma di ripetuti palpeggiamenti, sopra i vestiti, del seno, delle natiche e delle cosce.

In seguito, l'imputato è passato a toccare l'adolescente nella zona genitale e infine questi contatti fisici si sono trasformati in un rapporto sessuale, scrive la procura nell'atto d'accusa. Malgrado si trattasse di una situazione consensuale, l'uomo ha violato l'integrità di una minore di 16 anni e ha danneggiato il suo sviluppo sessuale, indica nella sentenza il Tribunale criminale di Lucerna.

Per la corte, il fatto che l'imputato abbia chiesto alla ragazzina se volesse fare sesso con lui rappresenta un approccio fuori luogo, anche perché essa dipendeva da lui e dunque non poteva rispondere con franchezza né valutare realmente le conseguenze. Il tribunale ha ritenuto l'uomo colpevole di violenza carnale, oltre che di atti sessuali con fanciulli e di coazione sessuale. Al diretto interessato è inoltre stato vietato a vita di lavorare con dei bambini.

Il tribunale è stato persino più severo di quanto chiedeva l'accusa, che domandava una pena più leggera con soli sei mesi da scontare effettivamente in carcere. Per la corte, tuttavia, sussiste un aggravante, ovvero che gli abusi sono avvenuti in ambito familiare. Il 63enne, che nega la maggior parte delle accuse, ha già annunciato di voler ricorrere in appello.

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