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SVIZZERAA 237 km/h in autostrada, confermati i 15 mesi sospesi

19.03.21 - 12:18
Alla guida di una Porsche un cittadino tedesco che aveva negato, la sentenza è giunta al Tribunale Federale
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Una Porsche in autostrada, in una foto d'archivio
Una Porsche in autostrada, in una foto d'archivio
Fonte Ats
A 237 km/h in autostrada, confermati i 15 mesi sospesi
Alla guida di una Porsche un cittadino tedesco che aveva negato, la sentenza è giunta al Tribunale Federale

LOSANNA - Il Tribunale federale ha confermato la condanna a 17 mesi di carcere sospesi a un cittadino tedesco che nel 2014 era stato pizzicato nel canton Soletta mentre a bordo della sua Porsche sfrecciava a 237 km/h sull'autostrada A1. All'uomo è stata ritirata la patente.

I fatti risalgono all'aprile 2014: il tedesco stava viaggiando dalla Baviera a Ginevra, quando poco prima della mezzanotte è incappato in un radar sull'autostrada A1, all'altezza di Oberbuchsiten (SO). L'apparecchio aveva registrato una velocità di 237 km/h, il che, dedotto il margine di tolleranza, significava che il limite di velocità era stato superato di 110 km/h.

In prima istanza, la giustizia solettese gli aveva inflitto una pena di 16 mesi, otto dei quali da scontare, per violazione grave qualificata delle norme della circolazione e per guida senza patente. In quell'occasione, ricorda il TF nella sentenza pubblicata oggi, l'uomo non si era presentato in tribunale.

All'udienza d'appello, davanti alla Corte suprema del Cantone Soletta, il tedesco si era presentato e aveva difeso la sua versione dei fatti: non era lui a essere al volante dell'auto che era registrata a nome della sua società e non sapeva chi la stesse guidando.

La corte era giunta alla conclusione che la persona visibile nell'immagine radar era molto probabilmente il tedesco: l'uomo era stato quindi condannato a una pena detentiva sospesa di 17 mesi e a una multa di 4'500 franchi.

Chiamato a esprimersi sulla questione, il TF conferma la sentenza della seconda istanza: alla luce di tutte le circostanze, la decisione della corte solettese non sembra essere arbitraria.

Su richiesta della giustizia elvetica, le autorità tedesche avevano fornito informazioni che indicavano che la persona in questione aveva una cattiva reputazione riguardo alla sua condotta al volante.

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