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Marchionne a Zurigo: sempre in gravi condizioni, massimo riserbo

L'uscita anticipata dal gruppo ha destato commozione e attestati di stima in tutto il mondo
Keystone
Marchionne a Zurigo: sempre in gravi condizioni, massimo riserbo
L'uscita anticipata dal gruppo ha destato commozione e attestati di stima in tutto il mondo
ZURIGO - Restano molto gravi le condizioni del manager Sergio Marchionne, ricoverato all’Universitätsspital di Zurigo. Vige, però, il massimo riserbo. Così viene descritta la situazione dagli inviti del Corriere: &l...

ZURIGO - Restano molto gravi le condizioni del manager Sergio Marchionne, ricoverato all’Universitätsspital di Zurigo. Vige, però, il massimo riserbo. Così viene descritta la situazione dagli inviti del Corriere: «Luogo inaccessibile agli estranei e dove la privacy più che un diritto è un’ossessione. C’è un muro davanti a ogni richiesta. L’Ufficio media dell’ospedale dice no a tutto: niente informazioni, niente ingresso, impossibile incontrare qualcuno degli addetti stampa. Solo richieste via email». 

A fine giugno l'amministratore delegato di Fca (Fiat Chrysler Automobile) si era sottoposto a un intervento chirurgico, ma durante il decorso post operatorio sono sopraggiunte complicazioni che hanno compromesso la situazione. Questa si è ulteriormente aggravata nelle ultime ore.

L'uscita anticipata dal gruppo decisa ieri dai consigli di amministrazione di Fca, Cnh e Ferrari a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni ha destato commozione e attestati di stima in tutto il mondo.

Di seguito la lettera inviata dal presidente di Fca Elkann ai dipendenti: 

Care colleghe, cari colleghi, 
questa è senza dubbio la lettera più difficile che abbia mai scritto. 

È con profonda tristezza che vi devo dire che le condizioni del nostro Amministratore Delegato, Sergio Marchionne, che di recente si è sottoposto a un intervento chirurgico, sono purtroppo peggiorate nelle ultime ore e non gli permetteranno di rientrare in FCA. 

Negli ultimi 14 anni, prima in Fiat, poi in Chrysler e infine in FCA, Sergio è stato il miglior amministratore delegato che si potesse desiderare e, per me, un vero e proprio mentore, un collega e un caro amico. Ci siamo conosciuti in uno dei momenti più bui nella storia della Fiat ed è stato grazie al suo intelletto, alla sua perseveranza e alla sua leadership se siamo riusciti a salvare l’azienda. 

Sergio ha anche realizzato un incredibile turnaround in Chrysler e, grazie al suo coraggio nel lavorare all’integrazione culturale tra le due aziende, ha posto le basi per un futuro migliore e più sicuro per noi tutti. 

Saremo eternamente grati a Sergio per i risultati che è riuscito a raggiungere e per aver reso possibile ciò che pareva impossibile. Ma come lui stesso ha detto più volte: «Il vero valore di un leader non si misura da quello che ha ottenuto durante la carriera ma da quello che ha dato. Non si misura dai risultati che raggiunge, ma da ciò che è in grado di lasciare dopo di sé». 

Fin dal nostro primo incontro, quando parlammo della possibilità che prendesse le redini della Fiat, ciò che mi ha veramente colpito di lui, al di là delle capacità manageriali e di una intelligenza fuori dal comune, sono state le sue qualità umane. Qualità che gli ho visto negli occhi, nel modo di fare, nella capacità di capire le persone. Ci ha insegnato ad avere coraggio, a sfidare lo status quo, a rompere gli schemi e ad andare oltre a quello che già conosciamo. 

Ci ha sempre spinti ad imparare, a crescere e a puntare in alto – spesso andando oltre i nostri stessi limiti – ed è sempre stato il primo a mettersi in gioco. L’eredità che ci lascia parla di ciò che è stato davvero importante per lui: la ricerca dell’eccellenza, l’idea che esiste sempre la possibilità di migliorare. I suoi insegnamenti, l’esortazione a non accettare mai nulla passivamente, a non essere soddisfatto della mera sufficienza sono ormai parte integrante della nostra cultura in FCA: una cultura che ci spinge ad alzare sempre l’asticella e a non accontentarci mai della mediocrità. 

La definizione che Sergio ci ha dato della parola leader è valida oggi più che mai. Quello che conta davvero è il tipo di cultura che un leader lascia a chi viene dopo di lui. Il miglior modo per giudicarlo è attraverso ciò che l’organizzazione fa dopo di lui. 

Questo è solo uno dei tanti esempi di quanto Sergio fosse un leader vero e molto raro. Già anni fa, abbiamo iniziato a lavorare ad un piano di successione che avrebbe garantito continuità e preservato quella cultura unica che vive in FCA. 

Potendo contare su un piano già definito, stiamo ora anticipando il processo e oggi il Consiglio di Amministrazione ha nominato Mike Manley nuovo Amministratore Delegato di FCA. Mike è stato uno dei principali protagonisti del successo di FCA e ha già al suo attivo una lunga lista di successi e obiettivi raggiunti. Sotto la sua guida, il marchio Jeep ha vissuto un periodo di profonda trasformazione che ha portato a una crescita senza precedenti, da poche centinaia di migliaia di unità all’anno a diversi anni di vendite record, gli ultimi quattro dei quali superando il milione di veicoli venduti. Jeep è così diventato non solo uno dei marchi con il più alto tasso di crescita al mondo ma anche il più redditizio del Gruppo. Negli anni, Mike ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità e ha maturato una vasta esperienza gestionale in tutte le nostre regioni, raggiungendo risultati importanti in ognuna delle posizioni ricoperte e dimostrando sempre una grande determinazione nel conseguimento dei suoi obiettivi. 

Sono certo che tutti voi fornirete il massimo supporto a Mike, lavorando con lui e con il team di leadership al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2018-2022 con lo stesso impegno e la stessa integrità che ci hanno guidato fino ad ora.

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