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SVIZZERA

Se la cassa malati ti manda una fattura di cinque centesimi

È successo a una 97enne, cliente di Swica e ospite di una casa anziani. Il figlio: «Impossibile non chiedersi: “Che senso ha?”». Ma a volerlo è la legge.
Getty Images/Maskot
Una cliente novantasettenne della Swica ha ricevuto una fattura elettronica di cinque centesimi. (Immagine simbolica)
Se la cassa malati ti manda una fattura di cinque centesimi
È successo a una 97enne, cliente di Swica e ospite di una casa anziani. Il figlio: «Impossibile non chiedersi: “Che senso ha?”». Ma a volerlo è la legge.

«Perplesso», così il figlio di una cliente Swica di 97 anni descrive la sua reazione davanti a una fattura inattesa e decisamente singolare.

Singolare non solo perché l’importo da pagare è apparso direttamente nel suo online banking, ma soprattutto perché ammontava a soli cinque centesimi di franco.

«Non avevo mai visto prima d'ora una fattura da cinque centesimi», ha raccontato alla trasmissione della SRF Espresso, «fatture come questa non possono lasciare indifferenti: ti chiedi «Ma che senso ha?»».

La mini-somma rappresentava la quota a carico della madre per una misurazione della glicemia effettuata nella casa di cura dove soggiorna. L’intera procedura era costata cinquantacinque centesimi: il prezzo del tampone utilizzato.

Che alla donna di 97 anni sia arrivata una fattura per soli cinque centesimi è stato definito anche dalla stessa struttura come un' assurdità interna, riferisce SRF Espresso. Il motivo: una normativa che impone una fatturazione precisa secondo un listino prezzi. «A causa di direttive complesse, in questo caso è stato fatturato separatamente anche un importo minimo», spiega la casa di cura, che ora sta valutando di modificare la prassi.

Come mai è arrivata sotto forma di bollettino digitale? Dal servizio clienti Swica, il figlio ha saputo che l’assicurazione sanitaria invia le fatture cartacee solo per somme superiori ai 20 franchi. Per importi inferiori si utilizza esclusivamente la via elettronica, senza soglie minime.

Swica parla di «un processo standard», anche se casi simili sono rari e «non comportano un carico di lavoro aggiuntivo».

Ma non si poteva, semplicemente, condonarli? La risposta è no, come ricorda l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), interpellato da Espresso, «nell’assicurazione di base non è consentito rinunciare alla quota a carico, indipendentemente dalla sua entità: i pazienti devono sempre pagarla e le casse malati non hanno margine di manovra».

Swica, infatti, non è l’unica a inviare elettronicamente fatture di piccolo importo: anche Concordia segue lo stesso approccio. Altre assicurazioni, come Visana, Helsana, KPT e Assura, adottano invece una soluzione più orientata ai clienti: aggiungono queste mini-somme ad altre fatture più consistenti. KPT e Assura, inoltre, inviano E-Bill solo a partire dai cinque franchi.

Ma c'è anche chi segue un approccio diverso, come CSS che condona gli importi fino a due franchi, spiega la portavoce Sabine Betschart sempre alla SRF. «In questi casi il carico amministrativo supera i costi», secondo la compagnia il suo approccio «non viola la legge» ma si stanno comunque valutando «possibili migliori approcci».


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