I colossi cinesi dell'online "rubano" 1,34 miliardi ai negozi svizzeri

L'impatto di Temu, Shein e Aliexpress sull'economia elvetica in uno studio: «Si tratta di cifre enormi».
ZURIGO - Esistono pochi dati sull'impatto di Temu, Shein e Aliexpress sul commercio al dettaglio svizzero. Una carenza che Carpathia, un'azienda specializzata nell'e-commerce, e vicina ai rivenditori svizzeri, ha cercato di colmare.
Un fatturato miliardario - Nel 2023 Carpathia ha stimato che i tre colossi cinesi in Svizzera hanno realizzato un fatturato complessivo di circa 960 milioni di franchi. L'anno scorso, invece, il ricavato è lievitato fino a 1'340 milioni, con Temu che ha ottenuto la crescita più marcata (da 350 a 700 milioni).
Moda e scarpe - Una valanga di milioni che si concentrano in un settore preciso. «Con le quote del 30% e del 35% di Aliexpress e Temu, più alte di quanto generalmente ipotizzato, il volume di vendite complessivo dei tre fornitori nella categoria "Moda e Scarpe" ammonta a 562 milioni di franchi svizzeri», spiega il proprietario di Carpathia, David Morant, sul sito dell'azienda.
Cifre enormi - «Si tratta di una cifra enorme, soprattutto se si considerano i prezzi bassissimi e il fatto che Shein e Temu siano attivi in Svizzera rispettivamente solo dal 2022 e dal 2023», precisa Morant.
Tra espansione e crisi - All'espansione dei giganti cinesi corrisponde però un momento di crisi e grave difficoltà per i negozi tradizionali svizzeri. Tra il 2021 e il 2024, le vendite online dei commercianti svizzeri di abbigliamento e scarpe sono diminuite complessivamente di 470 milioni di franchi svizzeri all'anno.
Chi perde? - «È ragionevole supporre che queste vendite "perse" non siano andate nelle tasche dei negozi fisici svizzeri, ma direttamente ai rivenditori online cinesi», afferma Morant. Insomma, secondo l'esperto, chi rimane con un pugno di mosche in mano non sono i "big player" (come Zalando oppure About You), ma i negozi locali che si vedono sovrastare da una concorrenza impossibile da vincere.




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