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Lavoro in ambito sociale: la situazione del personale qualificato peggiora

L'allarme lanciato da uno studio condotto a livello nazionale pubblicato oggi.
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Fonte Ats
Lavoro in ambito sociale: la situazione del personale qualificato peggiora
L'allarme lanciato da uno studio condotto a livello nazionale pubblicato oggi.

LUCERNA - La situazione del personale qualificato nel settore sociale si sta deteriorando, indica uno studio condotto a livello nazionale pubblicato oggi. La ricerca evidenzia in particolare i frequenti cambiamenti di carriera e i brevi periodi di impiego.

L'indagine è stata commissionata dall'Organizzazione mantello svizzera per la formazione professionale nel settore sociale (Savoirsocial) e dalla Conferenza svizzera delle scuole universitarie professionali di lavoro sociale (Sassa).

Lo studio fornisce per la prima volta dati rappresentativi sulla situazione del personale qualificato per l'intero settore sociale in Svizzera, sostengono i suoi autori. Il cuore della ricerca è costituito da un sondaggio in rete, condotto da aprile a giugno 2024, tra circa 1700 datori di lavoro (per un totale di 31'500 collaboratori). Questi dati ottenuti in linea sono stati completati da interviste approfondite con gruppi di discussione e dati provenienti dalle statistiche pubbliche, indica un riassunto della ricerca.

Lo studio suddivide il settore sociale in otto campi lavorativi in base ai gruppi su cui i ricercatori hanno voluto puntare: Persone anziane, Persone con disabilità, Bambini, giovani e famiglie, Persone nell'ambito della migrazione e dell'asilo, Persone con dipendenze, Persone a rischio di povertà, Persone in esecuzione di pene e misure e Persone vulnerabili in altre situazioni particolari. Inoltre, all'interno di ciascun ambito lavorativo, è stata fatta una distinzione in base al servizio fornito: Assistenza e accompagnamento, Consulenza, Promozione della partecipazione sociale e Valutazione dei bisogni nella sicurezza sociale, consentendo così un'analisi dettagliata del settore nel suo insieme.

Lo studio rivela situazioni di tensione per il personale qualificato - elevati tassi di ricambio, brevi periodi di impiego e necessità di scendere a compromessi per soddisfare i bisogni - e la necessità di introdurre misure mirate per garantire la qualità dei servizi. "Spetta ora al settore e alla politica proporre delle soluzioni per migliorare la situazione", scrivono Savoirsocial e Sassa.

La quota di giovani dipendenti è eccezionalmente alta e il tasso di fluttuazione è elevato, superiore alla media nazionale per l'insieme dei settori economici. Praticamente per un posto su cinque nel settore sociale nel 2023 è stato necessario trovare un nuovo dipendente.

La maggior parte delle dimissioni è dovuta a carichi di lavoro eccessivi. Quasi un terzo di coloro che si dimettono cambia non solo azienda ma anche professione.

Sebbene il 90% dei posti vacanti sia stato occupato, solo il 60% lo è stato in tempo e con le qualifiche desiderate. "Questi risultati sono un campanello d'allarme per il settore", afferma Mariette Zurbriggen, presidente di Savoirsocial. "Ora analizzeremo in dettaglio i risultati dello studio ed elaboreremo misure e richieste concrete".

Ai datori di lavoro è stato chiesto anche quale fosse la loro percezione degli sviluppi futuri e sono emerse preoccupazioni sulle possibilità di reclutamento. "Questo studio mostra quali sono le sfide principali. Ora è necessario che tutti gli attori intervengano nelle rispettive aree di competenza, in modo da poter migliorare insieme la situazione", dice Agnès Fritze, presidente di Sassa.

La ricerca ha rilevato anche aspetti positivi, come il rafforzamento della professionalizzazione e un aumento della quota di lavoro dedicata alla formazione all'interno delle aziende rispetto ad altri settori.

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