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NORVEGIA/SVIZZERAIl paperone norvegese che ha scelto la Svizzera (ma il padre frena)

05.12.24 - 20:00
Non tutti vedono di buon occhio l’esodo di ricchi e super ricchi verso il nostro paese.
Imago
Fonte 20Minuten
Il paperone norvegese che ha scelto la Svizzera (ma il padre frena)
Non tutti vedono di buon occhio l’esodo di ricchi e super ricchi verso il nostro paese.

LUCERNA - Si tratta di un trend ormai conosciuto: ricchi e super ricchi che lasciano il Paese per sfuggire alle nuove (e inasprite) norme fiscali emigrando in Svizzera, e in Ticino.

Gli esempi sono tanti. Lo scorso settembre aveva fatto discutere la calata del magnate petrolifero e multimiliardario Kjell Inge Røkke proprio in quel di Lugano. 

Il governo norvegese non è però rimasto con le mani in mano. E se dal 2021, ha raddoppiato l'aliquota fiscale per i grandi patrimoni (alimentando le partenze), ora minaccia di incrementare la cosiddetta "tassa di partenza" per impedire alle persone facoltose di emigrare.

L’esodo non è dovuto però a un sistema finanziario più favorevole. «Cercano anche uno stile di vita a contatto con la natura, che possa ricordar loro della Norvegia», spiega al quotidiano svizzerotedesco l'avvocato norvegese di KPMG Thor Leegaard, «per questo non è un caso che si stabiliscano vicino ai laghi scegliendo location come Lugano e Lucerna». A risultare interessante, anche la possibilità di fare affidamento su di un sistema scolastico solido.

L’ultimo in ordine cronologico è stato il rampollo Mathias Toppe Hove, 26enne di Bergen che ha scelto Lucerna per spostare la cittadinanza. Secondo i media norvegesi Hove possiede un patrimonio stimato a 2,2 miliardi di franchi. La ragione? Suo padre, Geir Hove, gli avrebbe ceduto quasi l'80% della sua società immobiliare Realforum.

E proprio il padre del ragazzo norvegese si è espresso in controtendenza sulla scelta del figlio. «Mathias è felice in Svizzera, ma spero davvero che torni presto in Norvegia per occuparsi dell’azienda di famiglia», ha ammesso al giornale locale Bergens Tidende. 

La speranza di Geir Hove è che il governo possa fare dietrofront e ripensare all’imposta sul patrimonio che «sta rovinando il paese».

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